di redazione CF
E’ stata ribattezzata operazione ‘Arpia’ quella che ha portato la Guardia di Finanza di Ascoli, con il supporto dei colleghi del comando provinciale di Fermo, a sgominare, nel Fermano, un “canale di usura perpetrata con l’estorsione”. “L’attività di polizia economica e finanziaria del comando provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno – fanno sapere le Fiamme gialle entrando nel dettaglio dell’operazione – ha tratto origine da approfondimenti investigativi rivolti verso una donna di Santa Vittoria in Matenano, ritenuta al centro di un giro di usura, perpetrata anche con metodi estorsivi.
Nell’ambito delle successive indagini di polizia giudiziaria delegate dalla Procura della Repubblica di Fermo, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ascoli Piceno hanno acclarato che la donna aveva approfittato dello stato di difficoltà economiche sofferte da una conoscente, concedendole un prestito di 33.000 euro, a fronte del rilascio di garanzie reali sproporzionate, costituite da gioielli, quadri di valore e anche dall’abitazione stessa di proprietà della vittima.
Un primo riscontro sull’effettività dei gravi reati si è avuto quando, nel corso di perquisizioni domiciliari disposte dalla stessa autorità giudiziaria di Fermo, eseguite in due abitazioni di proprietà dell’indagata, entrambe ubicate nel Fermano, una a Santa Vittoria in Matenano e l’altra a Grottazzolina, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro beni e valori di interesse probatorio.
Una collana in corallo e – spiegano dalla Finanza – un anello d’oro bianco con brillante, ciascuno del valore di circa 7.500 euro, un quadro ad olio su tavola raffigurante la ‘Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto’ ed un quadro ad olio su tavola raffigurante la ‘Madonna con Bambino e Santi’ (entrambi opere del pittore Iacopo Da Ponte, detto Iacopo Bassano, del XVI secolo, del valore complessivo di circa 20.000 euro), assegni bancari tratti da conti correnti accesi presso 4 differenti istituti di credito ed effetti cambiari per complessivi 92.349 euro. E, ancora, scritture private relative a prestiti concessi per 87.250 euro, appunti manoscritti ed altra documentazione varia, verso le quali sono stati avviati gli approfondimenti e i riscontri di circostanza, ulteriormente estesi alla provenienza dei beni di valore.
Un insieme di attività che, grazie anche al supporto delle intercettazioni telefoniche, ha consentito di delineare le condotte illecite perpetrate dalla donna di Santa Vittoria in Matenano, configurandosi le responsabilità, nei propri confronti, dei reati di estorsione (art. 629 del Codice penale), usura (art. 644 del Codice penale) ed anche di esercizio abusivo dell’attività finanziaria (art. 132 del D.Lgs. n. 385/93 Testo Unico Bancario).
In esecuzione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Fermo, tutti i beni già ‘cautelati’ con il sequestro probatorio, con l’aggiunta di un immobile ad uso abitativo ubicato a Monte San Giusto, del valore di 120.000 euro, sono stati sottoposti a sequestro preventivo, in quanto, sostanzialmente, riconosciuti acquisiti con l’attività di usura.
Ammonta quindi a poco meno di 250.000 euro il valore complessivo dei beni sottratti alla disponibilità dell’usuraia che – concludono le Fiamme gialle – come già confermato anche dalle consulenze tecniche disposte dalla stessa Procura della Repubblica di Fermo, richiedeva interessi oscillanti da un minimo del 157% ad un massimo del 368% su base annua.
L’attività della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno in materia di usura ed estorsione ha trovato il suo epilogo in uno dei momenti storici in cui, a causa dell’emergenza da Covid-19, particolarmente alta viene mantenuta l’attenzione verso ogni forma di illegalità di tipo economico e finanziaria, il cui contrasto si pone quale principale prerogativa anche per la prevenzione dai rischi di infiltrazione criminale nei diversi tessuti”.
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