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Investimenti, nuovi posti letto e un futuro con la chirurgia robotica, Livini: “Se ci sarà una seconda ondata di Covid-19 saremo pronti”
VIDEO INTERVISTA

FERMO - "Ci siamo organizzati e tarati su quei numeri e su quei dati, anzi, anche di più con investimenti, spazi dedicati e risposte tecnologiche puntuali. Cercheremo di fare di più rispetto a quanto fatto"

 

di Paolo Paoletti

“Dobbiamo continuare, insistere e fare ancora di più su quello che è il discorso della prevenzione. Ci sono regole come il rispetto del distanziamento,  indossare la mascherina, evitare gli affollamenti, che dobbiamo rispettare. Vedo purtroppo ancora troppi assembramenti in giro. Non dobbiamo fare l’errore di essere troppo leggeri su questi aspetti, dobbiamo essere responsabili”. Il direttore dell’Area Vasta 4 Licio Livini, ospite questa mattina di Diretta Uno, su Radio Fm1 (FermoUno), è categorico. Prima di parlare di una possibile seconda ondata di contagi da Covid-19 è fondamentale non abbassare la guardia e rispettare le regole base per evitare che una possibile ondata di ritorno possa verificarsi. Sono stati mesi durissimi, ha spiegato Livini, in cui la sanità fermana e l’ospedale Murri hanno rivoluzionato il proprio assetto e con un drammatico bilancio di vittime. Mesi che però sono serviti per avviare un percorso di riorganizzazione e investimenti senza precedenti.

Se la seconda ondata ci sarà – spiega Livini ai microfoni di Radio Fm1 – e se sarà della stessa entità di quella che abbiamo vissuto, posso dire che siamo prontissimi. Ci siamo organizzati e tarati su quei numeri e su quei dati, anzi, anche di più con investimenti, spazi dedicati e risposte tecnologiche puntuali. Cercheremo di fare di più rispetto a quanto fatto. C’è però l’aspetto del personale. Abbiamo chiesto e stiamo chiedendo più personale. Affinché i servizi funzionino servono le persone. Occorrono più medici, infermieri, oss, e li stiamo chiedendo nelle sedi istituzionali. Certo è che, se l’ondata di ritorno sarà di dimensioni eccessive, saremo in difficoltà ma come noi lo saranno tutti. Per questo è fondamentale un forte senso di responsabilità da parte di tutti. Se i numeri sono quelli che abbiamo vissuto nei mesi passati posso dire che noi siamo pronti“.

Intanto, nelle ultime settimane, l’ospedale Murri ha riattivato i suoi servizi, pur nella massima rigidità dei controlli: “Ricordo ancora la data del 3 aprile, quando comunicammo al Gores per l’aggiornamento quotidiano serale, la presenza di 87 pazienti Covid gravi nella nostra struttura. E’ stato il numero massimo di malati gravi in contemporanea al Murri. Da questi numeri siamo poi entrati in una fase di miglioramento. Ad oggi possiamo dire di avere un ospedale libero ma sempre attento e pronto. Prima di ogni ricovero tutti i pazienti vengono sottoposti a tampone, e anche esame sierologico. Oggi possiamo ragionare su un ospedale sempre pronto ma che rimane nel pieno rispetto delle regole anti Covid-19 con presidi agli ingressi”.

Un futuro, quello per la sanità fermana, che sarà all’insegna di investimenti importanti per il Murri. “Dal Ministero è stato detto alla nostra regione di incrementare i posti letto, soprattutto per la terapia intensiva e sub intensiva, oltre agli 86 posti  di Civitanova. A Fermo sono stati affidati 14 nuovi posti letto di terapia intensiva e 10 posti di terapia sub-intensiva da implementare con lavori e recupero di spazi al Murri. Ci sono dei finanziamenti e ci siamo già attivati. Stiamo predisponendo le progettualità e vogliamo andare veloci perché vorremmo essere pronti nel caso dovesse arrivare una nuova emergenza. Sono appalti importanti. Per Fermo si tratta di 5 milioni e mezzo di investimento  che vanno dai lavori alla strumentazione fino agli arredi. Ci sono delle procedure di gare di appalto da rispettare, ma sono state semplificate. Ci vorrà qualche mese. Oltre a questo, sempre per quanto riguarda l’emergenza Covid-19 abbiamo da fare lavori al pronto soccorso per la separazione dei percorsi e una tac, sempre al pronto soccorso, dedicata prevalentemente a pazienti Covid”.

Non solo emergenza Coronavirus. La progettualità per la sanità fermana va avanti: “L’obiettivo – spiega Livini  – è portare il Murri a riacquisire un ruolo importante nel panorama regionale. E’ stato avviato il percorso che ci porterebbe ad ottenere l’emodinamica e anche una radio interventistica a breve. Questo presuppone anche lavori strutturali e investimenti che stiamo facendo. Posso anticipare che qualcosa è arrivato. Su questi versanti vorremmo far fare a Fermo un salto di qualità molto importate. Stiamo lavorando anche su un percorso Marche Sud, insieme alla due aree vaste vicine, per sviluppare su Fermo un progetto molto importante di chirurgia robotica. Asur e Regione si sono già espresse favorevolmente. Con questa innovazione potremmo dare una svolta all’aspetto chirurgico a Fermo e prospettiva anche per il nuovo ospedale di Campiglione. Quando il nuovo nosocomio sarà realtà, il Murri resterà comunque una struttura a servizio di questo territorio affiancandosi alle risposte che dovrà dare l’ospedale di Campiglione. Il Murri sarà specializzato in radiodiagnostica, ambulatori, area di riabilitazione. Un punto di riferimento che avrà la possibilità di rimodularsi con risposte importanti che si affiancano alla risposta per acuti che darà l’ospedale di Campiglione”.

 

 


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