facebook twitter rss

«Buon Primo Maggio ma i problemi sulla sanità restano: non un euro per nuovo personale, rischiamo le “cattedrali nel deserto”»

LA RIFLESSIONE del segretario regionale Cisl Fp, Giuseppe Donati: «Nelle Marche mancano circa 500 infermieri almeno per garantire standard assistenziali decenti e qualche nuovo servizio. Solo in Ast Fermo ne mancano circa 80 e non meno di 20 Oss. Solo Fermo, per la mobilità passiva extraregionale, perde circa 12 milioni di euro all'anno. Il Fermano è stato spogliato di servizi, posti letto e specialità quindi dovrà acquistare prestazioni»

Giuseppe Donati

«Buon Primo Maggio ma i problemi restano, soprattutto sulla sanità». Inizia così la riflessione di Giuseppe Donati, segretario regionale Cisl Fp in vista della giornata di domani, dedicata ai lavoratori.

«Domani festeggeremo come dovuto la festa del lavoro e dei lavoratori. Lo faremo convinti che il lavoro sia una componente fondamentale del percorso di sviluppo della società e dei singoli individui. Continuano però a registrarsi, al di là degli slogan, grandissime criticità non risolte sulla dignità del lavoro. Sempre più grave è l’emergenza del lavoro sottopagato, della professionalità non adeguatamente riconosciuta. Sembra che parliamo di cose lontane da noi e invece – le parole di Donati – sono più vicine di quanto pensiamo.
Guardiano, ad esempio, le continue criticità che attanagliano la sanità pubblica e privata. Anche in quei contesti, le professionalità non vengono adeguatamente riconosciute. Nel pubblico, la carenza gravissima di personale di ogni ruolo, costringe infermieri ed Oss a carichi di lavoro fuori da ogni regola. Nel privato poi, con il fenomeno dei contratti “pirata” ma anche quelli regolari che però mostrano enormi differenze retributive e dei diritti con quelli pubblici, la situazione è pure peggiore.  Nel pubblico però lo scenario non è meno preoccupante. La nuova riforma della sanità regionale delle Marche mostra limiti di credibilità evidenti. Nessuna dalle parti della giunta vuole o può dire chiaramente come e con quali risorse finanzierà un impianto verosimile solo sulla carta. La riforma sanitaria delle Marche è molto probabile che resterà una scatola vuota ed il Fermano purtroppo ne farà ancora una volta le spese maggiori. Non c’è un euro per nuovo personale. Allora, come si avvieranno le nuove Case della Salute o gli Ospedali di Comunità? Questi servizi sono finanziati con ingenti risorse economiche del Pnrr ma resteranno “cattedrali nel deserto” perché senza professionisti. Non esiste una buona sanità ma solo la propaganda.
Il Presidente Acquaroli venga a riferire, punto per punto, dove e come troverà i soldi per riempire i nuovi ospedali di Fermo ed Amandola ma anche come realizzerà i progetti della medicina territoriale e di prossimità. Ad oggi l’unica operazione possibile è stata il rinnovo seppur parziale dei contratti a tempo determinato ma siamo molto lontani da quello che servirebbe. Nelle Marche mancano circa 500 infermieri almeno per garantire standard assistenziali decenti e qualche nuovo servizio. Solo in Ast Fermo ne mancano circa 80 e non meno di 20 Oss. Servono poi nuovi tecnici sanitari ma anche personale della Prevenzione visto che aumentano pericolosamente gli infortuni sul lavoro. Su questi problemi concreti e numeri…nessuna risposta e nessuna strategia resa pubblica dalla giunta regionale. È fantasioso poi che l’unica fonte di recupero economico possa essere l’abbattimento della mobilità passiva, circa 160 milioni all’anno che le Marche regalano ad altre Regioni. Solo Fermo, per la mobilità passiva extraregionale, perde circa 12 milioni di euro all’anno. Non parliamo di ciò che avverrà a breve, visto che anche tra aziende provinciali si riaprirà la competizione quindi aumenteranno le uscite di chi, come il Fermano, reso debole da anni di politiche inaccettabili sulla sanità, è stato spogliato di servizi, posti letto e specialità quindi dovrà acquistare prestazioni. Per recuperare la mobilità passiva, serviranno ingenti investimenti soprattutto sul capitale umano ma ad oggi non vi è traccia dove si reperiranno. Buon primo maggio quindi a tutti noi ma sarebbe bello, ogni tanto, passare dagli slogan ai fatti. Risolvere i problemi è cosa ben diversa dalla propaganda e dal “vorrei ma non posso”. Il lavoro è l’urgenza maggiore del nostro Paese ma che sia lavoro dignitoso e giustamente retribuito. Buona festa dei lavoratori».

 



Articoli correlati


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti