Montegiorgio, la minoranza propone un assessorato alla Solitudine

MONTEGIORGIO - Il gruppo di opposizione ha presentato una mozione con la quale proporre all' amministrazione uno strumento utile a combattere il tema dell' isolamento, che ogni giorno colpisce sempre più anziani, ma anche giovani

Anziani lasciati soli e giovani che si sentono persi in un mondo dove la purtroppo la solitudine e l’isolamento stanno diventando temi sempre più dilaganti e difficili da contrastare. A tal proposito il gruppo di minoranza di Montegiorgio, di cui fanno parte Elvinia Minnoni, Fabrizio Cesetti, Luigi Ripani e Claudio Ferracuti, ha presentato una mozione per istituire un assessorato alla Solitudine, che possa interagire con quello ai Servizi Sociali, per avviare servizi che possano mitigare il dilagare di queste problematiche.

«Ho presentato a mia prima firma una mozione, pensata insieme ai colleghi della minoranza, attraverso cui proporre all’Amministrazione uno strumento utile alla Comunità – dichiara Elvinia Minnoni (Pd) – abbiamo visto, purtroppo di recente, quanto la solitudine colpisca anche la nostra popolazione: anziani lasciati soli, giovani che si sentono persi. Credo fortemente che pensare, di concerto ovviamente coi servizi sociali già esistenti nel Comune, ad un servizio dedicato, sia un gran passo avanti per Montegiorgio.
Altri Comuni virtuosi hanno già attivato metodi, volti al sociale, che come il possibile “scambio intergenerazionale”, possa ridurre la solitudine anche attraverso un assessorato a questo tema dedicato. Se, oggi, non miriamo a politiche di assistenza che mettano al centro la persona, resteremo immobili davanti ad una società, la nostra, che urla all’Amministrazione di correre al progresso, e di accompagnare la persona».

Attraverso la mozione, si chiede quindi a Sindaco e Giunta comunale, di impegnarsi ad istituire un assessorato che possa svolgere, di concerto con quello al Sociale, un ruolo centrale nella pianificazione ed implementazione di politiche sociali, garantendo una risposta più mirata ai bisogni della comunità focalizzandosi su gruppi specifici di persone, come anziani, disabili, minori a rischio, e persone in difficoltà, fornendo loro interventi personalizzati. Un modello simile a quello già attuato in comuni come Povegliano (Verona) e Villa del Conte (Padova).

A cercare tutte le potenziali situazioni di solitudine, facendo una ricognizione dei casi, coinvolgendo poi le persone più emarginate in attività, puntando alla loro integrazione in una comunità in cui si possano sentire meno soli: La persona deve tornare al centro. Ad adibire uno spazio a punto di ascolto e di attività connesse: portato avanti eventualmente insieme a volontari, a pensionate/i e a ragazze/i del Servizio Civile, dove possano presenziare figure professionali apposite, e dove tutti possano trovare ascolto e partecipazione.


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