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L’Eco Elpidiense e il riutilizzo dei fanghi:
“Meno costi, più ambiente: il futuro è il recupero”

PORTO SANT'ELPIDIO - La soddisfazione di Francesco De Angelis, rappresentante della direzione, per la sinergia creatasi con Green Ecol e Tennacola, che ha portato all'avvio dell'impianto di trasformazione dei fanghi da depurazione in fertilizzante

di Andrea Braconi

C’è grande soddisfazione in casa Eco Elpidiense per l’avvio dell’impianto di trasformazione dei fanghi da depurazione in fertilizzante, situato nel depuratore di Porto Sant’Elpidio gestito dal Tennacola. “Il processo è stato creato per cercare di rispondere alle esigenze degli impianti di depurazione che attualmente producono i fanghi, cioè gli scarti del processo di depurazione delle acque urbane – spiega Francesco De Angelis, rappresentante della direzione della Eco Elpidiense -. Tutte le acque che vanno in fognatura confluiscono negli impianti di depurazione ma questi fanghi, fino ad oggi, venivano o buttati in discarica o bruciati”.

Con questo impianto segnate un inversione di tendenza.

“Essendo un prodotto ricco di sostanze nutritive, è uno spreco gettare questo fango in discarica, anche considerando gli elevati costi di smaltimento. Discariche che sono sempre meno e contestualmente i terreni sono sempre più poveri.”

Come nasce questa scelta?

“Tramite un brevetto innovativo creato dal professor Cella. La Eco Elpidiense e la start up Green Ecol, società partecipata dalla stessa Eco Elpidiense, l’hanno sfruttato creando un impianto sperimentale ad hoc, completamente finanziato dalla Eco Elpidiense con la supervisione della Green Ecol. In sostanza, si è creata una sinergia tra Green Ecol, Eco Elpidiense e Tennacola per far sì che tutto questo venisse messo in atto sull’impianto. La Eco Elpidiense gestisce materialmente gli impianti, ha quindi il know how per per la costruzione e per l’implementazione dell’impiantistica. Perciò abbiamo coniugato queste esperienze e sviluppato l’impianto, che è partito un mese fa e che sta già dando ottimi risultati.”

Risultati che avete portato all’attenzione di un’ampia platea (LEGGI QUI).

“Ieri al Royal c’è stato un grande interesse da parte delle aziende che gestiscono la depurazione. Perché questo processo dovrebbe risolvere un problema annoso, sia a livello economico che ambientale, come quello dei fanghi. Fanghi che oggi, con questa tecnologia, possono essere riutilizzati in agricoltura, creando così un circuito virtuoso.”

Da un punto di vista quantitativo, di cosa parliamo?

“L’impianto di Porto Sant’Elpidio annualmente produce 3.000 tonnellate di fanghi che, fino a ieri, andavano in discarica. Parliamo di un camion di fanghi al giorno diretto in discarica. Oggi le 3.000 tonnellate con questo brevetto posso essere riutilizzate per la concimazione dei terreni. Serve a ricreare quelle condizioni che, sia per lo sfruttamento intensivo che per i cambiamenti climatici, gli stessi terreni non hanno più.”

Ragionando sulla raccolta differenziata e sul riutilizzo (e penso ai vari centri per il riuso dislocati nel territorio provinciale), con questa tecnologia si va quasi a chiudere un cerchio.

“Sì, oramai ragioniamo su tutto ciò che è possibile riutilizzare. Sia le normative europee che nazionali puntano a recuperare e a far sì che quella famosa economia circolare di cui si parla tanto avvenga realmente. Noi come azienda stiamo cercando di sviluppare esattamente questo, perché rappresenta il futuro. Siamo partiti dalla raccolta differenziata, con il Comune di Porto Sant’Elpidio che si è mosso per primo a livello di centro sud Italia; oggi ci troviamo ad affrontare altri tipi di problematiche per un recupero reale di quello che viene scartato dagli impianti e dai cittadini. Noi stiamo provando ad andare verso quel tipo di sviluppo, con ricerche, innovazioni, sperimentazioni, stringendo partnership con università e altre aziende che hanno questo tipo di brevetti. È un percorso che va fatto in tutti i settori, da quello della raccolta a quello della depurazione, fino a quello energetico.”

Oramai, quindi, la linea è tracciata.

“Il suolo non è infinito, alcune forme di energia non sono infinite e se vogliamo salvare questa terra il futuro passa attraverso queste scelte. Pensiamo anche alle auto, con il passaggio all’elettrico. È ormai chiaro: il consumismo sfrenato ha portato alla produzione del doppio dei rifiuti e servono sforzi enormi da parte di tutti per recuperare il più possibile.”

 

Trasformare fanghi da depurazione in fertilizzante: è realtà il progetto del Tennacola


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