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Donazioni post sisma,
i dubbi sulla graduatoria:
“Scelte che fanno piangere il cuore”

POST SISMA - Il sindaco di Montefortino Domenico Ciaffaroni ha scritto a Confindustria e sindacati per evidenziare il mancato coinvolgimento delle strutture locali, auspicando che non si ripetano gli errori del recente passato

di Andrea Braconi

È uscita nei giorni scorsi la graduatoria che assegna i fondi raccolti dai lavoratori e dalle aziende ai progetti presentati da comuni, associazioni e imprese a seguito dei terremoti del 2016.

“La prima cosa che balza agli occhi dei progetti ammessi – rimarca il sindaco Domenico Ciaffaroni in una lettera inviata a Confindustria, Cgil, Cisl e Uil (sia nazionali che regionali) – è che non si è tenuto per nulla conto delle percentuali di danno delle varie regioni”.

Altro aspetto non perseguito è quello del coinvolgimento delle strutture locali. “Questo è avvenuto sia per quanto riguarda Confindustria che i sindacati, oltre che da chi si lamenta da anni che non vengono aperti tavoli di confronto e di discussione: questa cosa ritengo sia oltremodo disdicevole”.

Ulteriore questione, sottolinea Ciaffaroni, è capire che effetti di ricaduta avranno a livello occupazionale e sociale i progetti finanziati e chi ne controllerà gli effetti. “Da un rapido excursus sembrerebbe un finanziamento tout court o cosiddetto a pioggia, spesso ad aziende che beneficiano già di altre misure legate al sisma e alle norme che il Parlamento ha approvato per far ripartire le attività economiche a seguito di quella catastrofe, aziende che quasi tutte non hanno avuto danni e spesso molto lontane dall’epicentro”.

Una campagna di solidarietà imponente, con ben 6 milioni di euro raccolti ma, ricorda il sindaco, “sono ben 30 sono i milioni delle aspettative create e della progettazione messa in campo da imprese e comuni”.

Ciaffaroni nella missiva precisa di non voler mettere in discussione i criteri adottati per la selezione dei progetti, ma cita alcuni esempi per dare forza ai propri dubbi. “Vedere finanziate persino le corali, che sicuramente hanno un alto valore sociale oltre che artistico, e respinti i progetti dei comuni anche in forma associata, in gran parte rivolti al sociale anche in considerazione degli scarsi servizi presenti nelle aree del sisma e dell’età avanzata dei suoi residenti, fa veramente piangere al cuore. Sentire parlare di qualità, progettualità, difesa del territorio e scorgere quella graduatoria mi sono sentito in dovere di scrivere nell’auspicio che essa possa essere rivista così come vennero corrette la scellerate scelte proposte al comitato tecnico scientifico della Regione Marche sui fondi del sisma donati dagli italiani con gli Sms”.


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