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Protesta degli studenti del Montani: “Paura che possa riaccadere, pretendiamo risposte”

FERMO - Le parole di Giada Mainieri, membro del Comitato Studentesco, a poche ore dalla manifestazione che partirà dal Biennio per arrivare nella sede della Provincia, dove è previsto un incontro con la presidente Canigola

Il tetto crollato al Triennio del Montani

di Andrea Braconi

L’aula del quarto B di Informatica dell’Istituto Montani è sullo stesso piano di quella del quarto A, il cui tetto è letteralmente crollato lunedì mattina. Giada Mainieri, 18 anni ancora da compiere, oltre a vivere quotidianamente quegli spazi, fa anche parte del Comitato Studentesco. “Io sono in alternanza e quindi quella mattina non ero presente a scuola. Ma intorno alle 8 l’ho saputo perché hanno iniziato ad arrivare messaggi nel nostro gruppo WhatsApp”.

Qual è stata la prima sensazione?

“Mi sono sentita male, direi spaesata, un po’ come tutti gli studenti. Mi ha messo tristezza per la poca sicurezza che c’è nella nostra scuola.”

Subito dopo avete iniziato a mobilitarvi.

“Esatto. C’è un questo gruppo nel quale ci sono i rappresentanti d’istituto e quelli del comitato studentesco e abbiamo subito iniziato a parlare di fare una manifestazione di protesta per portare all’attenzione di tutti quanto accaduto, così come per lamentarci del fatto che un diritto importante come la sicurezza nelle scuole non viene rispettato.”

Voi avevate vissuto anche la fase post terremoto e in quel caso vi sono state date garanzie sulla sicurezza della scuola.

“Dicevano che erano stati fatti dei controlli e che la scuola era risultata agibile. Noi ci fidiamo di quello che ci dicono, ma se poi succedono queste cose…”

Diventa complicato continuare ad avere la stessa fiducia?

“Esatto, è molto difficile.”

Arriviamo a domani mattina, alla vostra manifestazione (LEGGI QUI) che partirà alle 9 dal Biennio per raggiungere la sede della Provincia. Cosa chiederete alla presidente Canigola?

“Chiediamo che i nostri diritti vengano rispettati. Va bene da parte nostra rispettare le regole e i doveri che abbiamo come studenti, ma bisogna darci ciò che meritiamo, soprattutto la sicurezza non solo per noi ma anche per tutti i docenti, che devono avere la certezza di poter lavorare in un luogo sicuro. Chiediamo che i fondi vengano usati meglio per controllare le scuole, tutti gli istituti.”

Con quale stato d’animo tornerete a lezione?

“Dipenderà anche da come andranno le cose alla manifestazione. Sicuramente, dopo quello che è successo, tra gli studenti non c’è più la stessa sicurezza e tutti vanno a scuola con il timore che possa riaccadere.”

Quindi, non sarà facile arrivare alla chiusura di questo anno scolastico.

“Io sono in alternanza, ma penso che se avessi dovuto andare tutti i giorni a scuola, l’avrei fatto intimorita. E, comunque, non sarà più lo stesso di prima. Prima che accadesse nessuno di noi hai mai pensato ‘magari crolla un tetto’, invece adesso che questo è successo sappiamo che è possibile. L’abbiamo toccato con mano.”

E a distanza di qualche giorno qual è il sentimento prevalente?

“In questo momento anche un po’ di rabbia. Dopo aver riflettuto molto su quanto accaduto, penso che i sopralluoghi nelle scuole dovevano essere fatti meglio. Prima si è parlato di infiltrazioni d’acqua, poi del fatto che la struttura è vecchia, ma finora mi sembra che nessuno abbia dato una vera motivazione. Vorrei che ci ascoltassero e prendessero in considerazione ciò che abbiamo da dire.”

 

Sicurezza per le scuole, in arrivo la manifestazione degli studenti


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