di Giorgio Fedeli
Il Fermano terra di spaccio. L’isola felice, quell’espressione ad hoc ma ormai desueta e inopportuna, si conferma sempre più terra di spaccio, di consumo e, capita, anche di confezionamento di sostanze stupefacenti. Questo le forze dell’ordine lo sanno bene. E, singolarmente e con operazioni congiunte, sono quotidianamente al lavoro con controlli a tappeto e con un’attività di indagine senza sosta che certo non si ferma ai confini provinciali. Carabinieri, polizia di Stato e guardia di finanza, infatti, con la questura e i comandi provinciali dell’Arma e delle Fiamme gialle, sono impegnati a tutto campo a contrastare il consumo e lo spaccio di sostanze stupefacenti con operazioni sul campo e con un lavoro di intelligence che ogni giorno aggiunge nuovi tasselli al puzzle e nuove rotte della droga. Un lavoro certo non semplice data la complessità delle variabili, dal ‘peso specifico’ degli spacciatori, nomi noti ma anche insospettabili, pregiudicati ma anche specchiati professionisti, uomini o donne, italiani e extracomunitari, dalla lista variegata degli acquirenti, dalle molteplici sostanze stupefacenti che circolano nel sottobosco criminoso, da cocaina a hashish e marijuana, e dalla territorialità che, sì, ha nella costa il suo epicentro ma che coinvolge anche i piccoli borghi dell’entroterra fermano. Con un occhio alle province limitrofe da cui spesso arrivano gli acquirenti, e ai canali di approvvigionamento tra cui spunta quello che conduce all’Emilia Romagna. Un fenomeno, dunque, in continua mutazione e dalle infinite variabili che costringe gli investigatori a restare sempre con la guardia alta e a adeguare, all’occorrenza, strategie di azione e di investigazione.
Solo per restare alle notizie diramate ieri da polizia e carabinieri si scoprono appartamenti ‘market’ della droga, come quello scovato dalla Mobile della questura a Porto Sant’Elpidio con droga pronta a essere immessa sul mercato nero, con 2mila dosi che avrebbero fruttato all’incirca 50 mila euro, allo spacciatore pizzicato dai carabinieri mentre smerciava hashish nella sua auto. E a casa aveva, oltre a hashish, cocaina e marijuana. E con un acquirente, poi segnalato alla Prefettura, proveniente dal Maceratese.
Costa sì, si diceva, ma non solo. Basta fare un salto indietro di un paio di giorni che l’ultimo fatto di cronaca in ordine di tempo porta a Petritoli, o meglio nell’alto Fermano, con un’operazione conclusasi con l’arresto di due uomini residenti rispettivamente a Monte Urano e Monte Vidon Combatte. E il blitz è scattato al casello di Porto Sant’Elpidio dove i militari dell’Arma li hanno attesi e incastrati per detenzione ai fini di spaccio, di cocaina. Al netto degli arresti emerge una chiara rotta della droga. I due sono stati pizzicati al casello dell’A14 di rientro dall’Emilia Romagna. Dunque una rotta ben precisa, quella che collega la terra emiliana alle Marche, al Fermano, comprensorio di riferimento per assuntori provenienti da province limitrofe. Ma non parliamo solo di casi isolati con lo spacciatore che si muove in autonomia. Sarebbe oltretutto poco credibile date le dinamiche sinistre che regolano il sottobosco dell’illegalità.
Da non sottovalutare, infatti, sempre per restare agli ultimi giorni, la rete di ‘sub-spacciatori’ messa in piedi da un uomo pugliese abitante a Porto Sant’Elpidio ma stabilitosi a Casette d’Ete. Operazione ribattezzata ‘Bouncer’ che ha portato i carabinieri ad alzare il sipario su un canale ‘stupefacente’ tra il Fermano e il Maceratese. Morale della favola: operazione ‘Bouncer’ chiusa con 8 arresti e 14 denunce, sequestro di mezzo chilo di coca, due chili di marijuana, contanti per 5.585 euro, una pistola artigianale. Ma dal ‘Bouncer’ emerge un elemento non da poco, al netto del minuzioso e fruttuoso lavoro di intelligence: tutto parte dalla segnalazione, due anni fa, di alcune mamme. Ecco, i genitori, e più in generale tutti i cittadini, quelli a cui le forze dell’ordine chiedono aiuto e collaborazione nel segnalare ogni possibile movimento o situazione sospetta. E poi, scorrendo le cronache locali, giù con una lunga e quasi costante lista di sequestri, denunce, arresti. Ma anche controlli a tappeto nelle scuole proprio per monitorare lo spaccio e l’assunzione di droghe anche nelle scuole. Dai recenti sopralluoghi, con tra i banchi anche la Finanza e l’unità cinofila del Gruppo del comando provinciale delle Fiamme gialle, è stato sorpreso, a Montegiorgio, un giovane con un tritafoglie intriso di marijuana.
C’è anche chi tenta la fuga e mette a repentaglio la vita delle forze dell’ordine, come quell’uomo residente a Sant’Elpidio a Mare che il 9 gennaio è stato protagonista di un rocambolesco inseguimento tra la statale Adriatica e le vie del centro di Porto Sant’Elpidio. Bloccato dai carabinieri che, nonostante tre di loro siano rimasti feriti, oltre al sequestro di cocaina e hashish e all’arresto di quell’uomo, hanno ricavato dall’operazione una lista con una sessantina di nomi di potenziali acquirenti. Un elemento non da poco nell’ambito della mappatura del territorio. O come quel block notes sequestrato dai carabinieri nell’ambito di un’operazione che ha portato all’arresto di due uomini: fogli con iniziali, codici e numeri. E nella ramificazione territoriale, senza voler andare troppo indietro nel tempo, si arriva da Porto Sant’Elpidio, o addirittura dalla spiaggia dove la polizia ha pizzicato un uomo che ha provato a nascondere la droga nella sabbia, si arriva a Montegiorgio e Magliano di Tenna con i carabinieri a scoprire un casolare allestito a raffineria.
Per inciso, nessuno pensi che lo spaccio sia prerogativa solo degli uomini. Era il 17 dicembre quando, infatti, i carabinieri hanno arrestato due donne, madre e figlia di origini campane, a Porto Sant’Elpidio.
O che lo spaccio avvenga solo in strada o in private abitazioni. Sì perché capita anche di scovare commercianti dediti a un ‘lavoro’ parallelo all’interno dei loro locali come nel caso del blitz messo a segno dalla polizia a fine novembre, a Porto Sant’Elpidio. O nemmeno che tutto sia concentrato in un quartiere come Lido Tre Archi, dove nei giorni scorsi polizia e guardia di finanza con un’unità cinofila del gruppo delle fiamme gialle hanno sequestrato 20 dosi tra eroina e marijuana. Certo, inutile negarlo, Lido Tre Archi è zona ‘osservata speciale’. La droga ci gira, è innegabile, ma non meno che in altri quartieri, rioni, borghi, paesi.
E tutto senza voler ‘scomodare’ i maxi sequestri di cocaina e hashish (basti ricordare quello messo a segno dai carabinieri a metà novembre dei 2017, con ben 25 chili di cocaina e 4 di hashish) che potrebbero ricondurre anche a piste e rotte internazionali. Insomma mille variabili che le forze dell’ordine sono chiamate quotidianamente ad analizzare e ad aggiornare per essere sempre al passo con i tempi della droga. E per infliggere colpi su colpi a un sottobosco criminoso che, impossibile negarlo, crea allarme sociale in quell’isola felice…che non esiste più.
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