Il suo caso ha funestato l’inizio dell’anno scorso, rivelando poi il più inquietante degli scenari. Inizierà martedì 16 marzo al tribunale di Fermo il processo sull’omicidio di Jennifer Krasniqi. Unica indagata la madre, Pavlina Mitkova, la 38enne di origine bulgara accusata, nel gennaio dell’anno scorso, di aver soffocato la figlia nel sonno per poi inscenare un incendio in cucina. Tra qualchje giorno si terrà l’udiena preliminare, dove la donna è accusata di omicidio volontario aggravato.
La Mitkova da oltre un anno si trova detenuta al carcere di Pesaro. Si è chiusa in un coriaceo silenzio che a fatica i suoi legali sono riusciti a scalfire in tutti questi mesi. Ha però sempre negato di aver ucciso la figlia, ripetendo la sua ricostruzione, cioè di essersi svegliata quella tragica notte per via del fumo e dell’odore di bruciato, di aver messo in salvo la figlia più piccola e di non essere riuscita poi a recuperare la povera Jennifer.
Un racconto al quale gli inquirenti, sin dai primi giorni, non hanno creduto, anche perchè ai rilievi sono parsi evidenti i tentativi dolosi di appiccare il fuoco alla cucina. La Mitkova, dopo essere stata arrestata per incendio e morte come conseguenza di altro reato, è stata incriminata per omicidio dopo il responso dell’autopsia. Perchè quel delitto su una bimba di 6 anni? Cosa è successo quella notte? Può essere coinvolta qualche altra persona? Sono le domande a cui il processo cercherà di fornire una risposta. A difendere la donna sono gli avvocati Gianmarco Sabbioni ed Emanuele Senesi, che domani saranno in carcere per incontrare la loro assistita in vista dell’udienza preliminare.
“Abbiamo esaminato gli atti – la riflessione dell’avvocato Senesi – riteniamo ci siano alcuni aspetti ancora non del tutto chiari. Dai colloqui con la sorellina minore emergono elementi che potrebbero rivelarsi significativi. Valuteremo la capacità di stare in giudizio della nostra assistita. Lei è rimasta molto chiusa in tutti questi mesi, si è limitata a ribadire la propria versione ed a dire che non ha ucciso lei la bambina”. Anche la nota criminooga Roberta Bruzzone, consulente della difesa, si è occupata del caso ed ha incontrato la Mitkova nei mesi scorsi. Dalla sua relazione sembra da escludere che la donna fosse incapace di intendere e volere al momento del delitto.
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