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“Metrotramvia Mare-Monti con il Recovery Fund”, l’appello di Serena

IDEA - "Intanto, il collegamento Porto S. Giorgio-Fermo-Girola-Campiglione. E sinergia tra enti per realizzare il grande sogno della Metropolitana Mare-Monti con la costituzione di un consorzio tra Comuni, Provincia, Regione, Parco Sibillini, Unioni Montane Sibillini e Monti Azzurri, Gal, Steat, Cna e Confindustria"

Elvezio Serena

“Si utilizzi il Recovery Fund per realizzare, intanto, il collegamento Porto S. Giorgio-Fermo-Girola-Campiglione. E sinergia tra enti per realizzare il grande sogno della Metropolitana Mare-Monti
con la costituzione di un consorzio tra Comuni, Provincia, Regione, Parco Sibillini, Unioni Montane Sibillini e Monti Azzurri, Gal, Steat, Cna e Confindustria”. E’ l’appello, anzi il suggerimento, lanciato da Elvezio Serena per un progetto di collegamento tra costa ed entroterra fermano.

“La scadenza di aprile per presentare progetti di investimento con il Recovery Fund non consente distrazioni: questa potrebbe essere l’unica e ultima occasione per realizzare il grande sogno della Metropolitana Mare-Monti sulle tracce dell’ex Ferrovia Porto San Giorgio-Fermo-Amandola.

Da sottolineare che oggi una ferrovia intercetterebbe significativamente la popolazione che si è spostata lungo la vallata del Tenna, dove sorgono industrie, mentre prima era concentrata sulle alture. L’attivazione del nuovo ospedale provinciale di Campiglione porterà ad una crescita della mobilità da/per Porto S. Giorgio e Fermo. Una Metrotramvia sarà la soluzione per decongestionare le strade e ridurre l’inquinamento. Il sistema Treno-Tram si potrà prolungare fino a Servigliano, mentre dal centro clementino ad Amandola la ferrovia potrà avere carattere turistico-ambientale.
Si utilizzi il Recovery Fund, intanto, per realizzare il collegamento Porto S. Giorgio-Fermo-Girola-Campiglione, che potrà essere completato entro il 2026.

Va sollecitata immediatamente la Provincia di Fermo, che deve condividere e sostenere l’iniziativa verso la Regione Marche. Questa, nell’ottica di migliorare la mobilità dolce in tutto il territorio, particolarmente verso le zone interne e terremotate, deve inserire il progetto in un più generale piano di rilancio da presentare al Governo Draghi. Si dovrà poi creare un Consorzio tra i comuni interessati, come all’epoca della realizzazione della vecchia linea ferroviaria, concepita sin dal 1877 (addirittura inizialmente ne erano ben 45). Quali devono essere i principali attori locali per ottenere successo nella proposta, almeno nella prima fase? Essendo l’opera una ferrovia turistico-ambientale, ma che trasporterà pendolari in ogni stagione dell’anno (studenti e lavoratori), metterei anzitutto il Parco nazionale dei Monti Sibillini e le Unioni Montane dei Sibillini (con sede a Comunanza) e dei Monti Azzurri (con sede a San Ginesio).
Dovranno svolgere una parte attiva importante la Cna provinciale di Fermo, la Confindustria, il Gal Fermano ma anche la provincia di Macerata (il treno aveva una propria stazione a Monte San Martino) e la Steat. Dovranno essere poi coinvolte le associazioni di categoria, i sindacati, gli  ordini professionali, Italia Nostra con le associazioni ambientaliste e il Centro Studi e Ricerche ‘G. B. Carducci’. Ricordo che nel 2005, in occasione del centenario per la posa della prima pietra della Ferrovia Fermana, l’allora sindaco di Servigliano Maurizio Marinozzi sosteneva con convinzione il progetto di Metropolitana di superficie. E sono sicuro che anche i vertici della Cassa di Risparmio di Fermo non si tirerebbero indietro su questa ambiziosa iniziativa.

E’ importante sottolineare che al progetto di metropolitana di superficie – spiega Serena – deve essere affiancato quello di pista ciclopedonale. Per attirare investimenti, italiani e stranieri, si dovrebbe partire presto con il recupero e riuso delle caratteristiche stazioni, dei caselli, dei viadotti e del sedime della vecchia ferrovia, un patrimonio unico nel suo genere in Italia, di notevole valore architettonico. Per evitare la posa di pali e cavi elettrici, riducendo costi di realizzazione e manutenzione, si dovrà orientare la trazione al Metano o all’Idrogeno. Nuovi treni alimentati a idrogeno, già in servizio commerciale in Germania e in Cina, prossimamente saranno in dotazione alle Ferrovie Nord Milano: producono zero emissioni, in quanto lo scarico è costituito da solo vapore e acqua condensata. I mezzi trasporteranno anche biciclette, come avviene nella Merano-Malles, in altre linee turistiche e nei bus. La soluzione tecnologica, il tracciato, il rapporto costi-benefici, la gestione, ecc. dovranno essere valutati attraverso l’incarico a uno studio tecnico per una valutazione di pre-fattibilità, che ho verificato costerebbe sui 15.000 euro, una cifra abbordabile. Ma anche il Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (Cifi) e l’Università Politecnica delle Marche potrebbero svolgere un progetto preliminare. In Trentino da anni si stanno battendo per realizzare una nuova ferrovia nelle valli di Cembra, Fiemme e Fassa, che collegherebbe Trento con Canazei: il Treno dell’Avisio. Massimo Girardi, presidente dell’associazione Transdolomites, che ho invitato a Fermo in occasione delle celebrazioni per il 150esimo anniversario della nascita di Ernesto Besenzanica, nei suoi slogan afferma ‘No Treno, no voto’. Molto semplice: invitano a non votare i politici che non si impegnano a realizzare l’opera”.


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