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«Sarà difficile andare avanti senza di te» L’ultimo saluto a Giuseppe Lenoci tra palloncini bianchi e lacrime strazianti

MONTE URANO - Si è svolto questa mattina il funerale del 16enne scomparso nella mattinata di lunedì a seguito di un incidente stradale mentre stava effettuando uno stage. Dal prefetto Filippi al questore Romano, al comandante provinciale dell'Arma, Gino Domenico Troiani, e alla sindaca Canigola, passando per la prima cittadina di Serra de' Conti (comune dove è avvenuto lo schianto), arrivando al nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Fermo: nessuno è voluto mancare per dare un piccolo segno di conforto a tutti i familiari, costretti ad affrontare momenti laceranti. «Sei la dimostrazione che se ne vanno sempre le persone più meritevoli»

 

di Leonardo Nevischi

Una bara bianca, quella della salma del piccolo “Len”, com’erano soliti chiamarlo gli amici. Una chiesa gremita, quella di San Michele Arcangelo a Monte Urano. Tante, tantissime lacrime e un profondo senso comune di smarrimento. Sono state centinaia le persone che, questa mattina, hanno voluto portare un ultimo saluto a Giuseppe Lenoci, il ragazzino di 16 anni che ha perso la vita lunedì mattina in un incidente stradale a Serra de’ Conti mentre stava effettuando uno stage in un’azienda termoidraulica di Fermo (si trovava su di un furgone con alla guida un 37enne (ora indagato per omicidio stradale). Il mezzo è uscito di strada per poi schiantarsi. Il 16enne è morto sul colpo, il 37enne è stato trasportato all’ospedale di Torrette, ad Ancona, da dove ieri è stato dimesso).

È stata una funzione semplice ed essenziale, quella officiata da don Luigi Mancini, che nella sua omelia ha espresso tutta la vicinanza della parrocchia alla famiglia e agli amici, ricordando come il dolore possa essere fonte di unione. «In questi momenti non ci sarebbe altro che disperarsi, ma per fortuna ci viene incontro la fede che ci dà la forza di credere che Giuseppe abbia iniziato una nuova vita – ha esordito il parroco -. Dio ha un disegno straordinario per ognuno di noi. Giuseppe aveva sete di vita: si stava impegnando tanto nello stage per perseguire il lavoro che aveva sempre sognato e amava giocare a calcio, la sua più grande passione. Ora siamo certi che entrerà a far parte della squadra di Dio e questo sogno non terminerà con la sua morte – poi un appello alla comunità -. Portate la fede e l’amore che ci ha insegnato Giuseppe nella vita di tutti i giorni e siate vicini nella preghiera e nel dolore al piccolo Michael, a papà Savino e a mamma Francesca».

Moira Canigola

Dal prefetto Vincenza Filippi, al questore Rosa Romano, il comandante provinciale dell’Arma, Gino Domenico Troiani, e ai sindaci di Monte Urano e Serra de’ Conti (comune in provincia di Ancona dove è avvenuto lo schianto), passando per il nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Fermo, Gino Domenico Troiani, nessuno è voluto mancare per dare un piccolo segno di conforto ai genitori del piccolo Giuseppe e a tutti gli altri familiari, costretti ad affrontare momenti tanto difficili quanto strazianti. «È davvero difficile in questo momento di estremo dolore essere la sindaca di questa cittadina – ha confessato Moira Canigola -. Solo il silenzio riesce a esprimere massimo cordoglio e vicinanza. In questi anni ho avuto modo di conoscere la famiglia Lenoci, ma non Giuseppe: tuttavia sono certa fosse un bravo ragazzo che stava formando la sua vita per esercitare un mestiere dove il saper fare va a braccetto con il saper pensare. In queste tragiche circostanze si pensa sempre al destino e tutti abbiamo bisogno di risposte a domande che ci martellano la testa: “Si poteva evitare?”, “Perché proprio lui?”. Ma non è questo il momento di trovare quello che tutti cerchiamo, ogni cosa avrà il suo tempo. Ora c’è spazio solo per il dolore di una famiglia e di una comunità che si stringe ad essa: l’amministrazione comunale e la cittadinanza tutta non abbandonerà la famiglia Lenoci e la sosterrà in ogni difficoltà».

Letizia Perticaroli

«Non ci sono parole adatte per poter allietare questo lutto – ha detto, invece, Letizia Perticaroli, sindaca di Serra de’ Conti -. Siamo consapevoli che il vostro cuore è in frantumi e questa disgrazia ha colpito anche il nostro comune, perché nessuno passerà più in via Fornace senza rivolgere un pensiero al piccolo Giuseppe. Non lo abbiamo conosciuto, ma Giuseppe è diventato il figlio anche della nostra comunità. Come diceva Sant’Agostino “Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime” pertanto siate forti per Giuseppe e non piangete, perché ai giovani non piacciono le lacrime. Ogni parola vi sembrerà priva di significato e penserete che siano frasi costruite solo per la circostanza, ma vi assicuriamo che il vostro dolore è anche il nostro».

Poi, il ricordo dell’altruismo e la bontà di Giuseppe rimbombano nella chiesa attraverso le parole dello zio Angelo: «Nell’ultima partita degli Esordienti ci viene assegnato un calcio di rigore a favore. Il mister per tre volte ha urlato a Giuseppe di calciarlo, ma lui ha preferito farsi da parte per farlo tirare ad un suo compagno che glielo aveva chiesto. Questo era Giuseppe, un ragazzo che metteva sempre gli altri prima di sé». E così lo ricordano anche gli amici con una lettera: «Ci manchi amico nostro, continueremo a cercarti e non ci stancheremo di ricordare che eri la persona migliore di questo mondo. Sei la dimostrazione che se ne vanno via sempre le persone più meritevoli. Sarà difficile andare avanti senza di te».

L’uscita del feretro è stata poi accompagnata da un lungo applauso e da una miriade di palloncini bianchi lasciati volare in cielo, come a voler metaforicamente accompagnare l’anima di Giuseppe nell’aldilà. Questo è stato l’unico squarcio in una mattinata permeata da immenso dolore.

Don Luigi Mancini

 

Lo strazio di papà Savino chinato in preghiera sulla bara di Giuseppe

Lo zio di Giuseppe Lenoci

L’ultimo saluto dei suoi compagni di squadra del Campiglione Monturano

Lo striscione esposto dagli amici all’uscita del feretro che recita “Nessuno muore sulla terra se vive nei cuori di chi resta”

Michele Crudele, il cugino di Giuseppe che gli aveva trasmesso la passione per il calcio e per la Juventus

Il fratellino Michael, 12 anni, consolato dagli amici

 

 



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