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Prevenire e contrastare la violenza sulle donne: gli istituti scolastici entrano a far parte della rete territoriale

FERMO – Questa mattina firmato l'aggiornamento del Protocollo d'Intesa per la Rete territoriale antiviolenza. Le novità sono il coinvolgimento delle scuole e l'inserimento di un tavolo ristretto con funzione operativa. Il prefetto Michele Rocchegiani: «Obiettivo è puntare sulla prevenzione»

di Matteo Malaspina

Questa mattina è stato sottoscritto, presso la Prefettura di Fermo, il Protocollo di Intesa per la Rete territoriale antiviolenza, finalizzato a garantire effettiva operatività dei servizi a supporto delle donne, dei minori e delle persone che hanno subìto violenza o maltrattamenti per motivi di genere, tramite il coordinamento fra i diversi soggetti, pubblici e privati, coinvolti nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere.

A prendere parte alla sottoscrizione, oltre alla Prefettura nella persona del prefetto Michele Rocchegiani, erano presenti il procuratore Raffaele Iannella, il presidente della provincia di Fermo Michele Ortenzi, gli Ambiti Territoriali XIX, XX, XXIV Comunità Montana Sibillini, la Questura di Fermo, il Comando provinciale dei Carabinieri di Fermo, quello della Guardia di Finanza, l’Ast di Fermo, la Commissione Pari Opportunità della Regione Marche con la presidente Maria Lina Vitturini, la consigliera di Parità della Provincia di Fermo, il Comitato Pari Opportunità Coa del Tribunale di Fermo, la Società Cooperativa Sociale On the Road, l’associazione Il Tempio di Bellona, Soroptimist International di Fermo, la fondazione Sagrini Onlus, le associazioni Ondif e Aiaf (Associazione Italiana Avvocati per la Famiglia) e gli istituti scolastici del territorio fermano.

Proprio questi ultimi sono la novità di quello che è stato l’aggiornamento di un protocollo che già esisteva ma, come ha espressamente detto il prefetto, andava migliorato. «Le scuole sono il luogo principe per curare la formazione, il contesto culturale e per prevenire gli episodi di violenza – spiega Rocchegiani -. Il nostro obiettivo è quello della prevenzione, non solo la repressione. E questo si può fare, oltre che con le forze di polizia, soprattutto con gli istituti scolastici e la famiglia per coltivare già in tenera età le forme di un rapporto corretto tra uomo e donna».

L’altra novità, invece, riguarda l’articolo 5 del Protocollo che prevede, oltre al tavolo di coordinamento, la formazione di un tavolo più ristretto che ha una funzione operativa.

«Oggi è una giornata importantissima e vorrei ringraziare il prefetto, la dott.ssa Vaccaro e chi ha redatto questo documento. Un Protocollo che andava migliorato perché abbiamo visto come nel territorio non funzionava – dice Maria Lina Vitturini -. Ho avuto modo di visitare molte scuole e mi sono accorta dell’importanza di parlare ai giovani perché loro saranno gli uomini del domani e rispondono in maniera molto attiva. Lavoreremo su questo territorio e ce la metteremo tutta».

Ed è proprio sul concetto di prevenzione che si sofferma il presidente della Provincia Ortenzi, dicendo quanto è importante il ruolo della scuola ma aggiunge: «Oltre a questa c’è bisogno di protezione da attuare con maggiori investimenti perché chi subisce violenza deve sentirsi al sicuro e, infine, fondamentale è anche la certezza della pena».

«Le norme ci sono – spiega il Procuratore Iannella – ma il problema è principalmente sociale. Se si vuole lavorare sul concetto di prevenzione un ruolo importantissimo lo gioca la famiglia, poi la scuola». Il comandante dei carabinieri Gino Domenico Troiani invita tutti a «non diminuire gli sforzi perché siamo testimoni di episodi che non vanno diminuendo a causa di fattori culturali e per la forte immigrazione». Ma solo «la sinergia, l’interconnessione e il coordinamento sono la chiave per garantire l’efficacia agli strumenti che abbiamo a disposizione» conclude il colonnello della Guardia di Finanza, Massimiliano Bolognese.


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