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Festa per il 60esimo anniversario di sacerdozio di don Paolo

AMANDOLA - La comunità parrocchiale amandolese ha festeggiato, domenica 28 aprile, il 60esimo anniversario di sacerdozio di don Paolo De Angelis. Don Paolo, da settembre a ‘riposo’ per l’arrivo del nuovo parroco (don Andrea), è stato ordinato presso la cappella del Seminario di Fermo dall'arcivescovo, monsignor Perini, il 25 aprile 1964

La comunità parrocchiale amandolese ha festeggiato, domenica 28 aprile, il 60esimo anniversario di sacerdozio di don Paolo De Angelis. Don Paolo, da settembre a ‘riposo’ per l’arrivo del nuovo parroco (don Andrea), è stato ordinato presso la cappella del Seminario di Fermo dall’arcivescovo, monsignor Perini, il 25 aprile 1964. Dopo l’Ordinazione è rimasto a Roma per due anni, studiando filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana e contemporaneamente alla Sapienza. Dal 1966 insegna in Seminario e presta servizio in varie parrocchie: S. Martino alla Vena di Amandola (1966-70) Montefortino, viceparroco (1970-1976), Fermo, parroco del centro-città (1976-1982), Sant’Elpidio a Mare (1982-1988). Rettore del seminario arcivescovile di Fermo dal 1988 al 94. Dal 1994 al 1999 parroco a Monte Urano. Dal 99 al 2023 Amandola. 

Sessanta anni di lavoro pastorale e quasi sessanta stagioni estive dedicate ai ragazzi e ai giovani nei campeggi o nei campi-scuola.

«C’è proprio di che ringraziare il Signore!». Nell’omelia infatti ha ripreso il versetto del giorno al Salmo “A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea” ringraziando i convenuti che hanno formato una grande assemblea nel Piazzale antistante il Centro comunitario Marta e Maria, ma pregandoli soprattutto di aiutarlo a ringraziare il Signore per come si è fatto presente e lo ha sostenuto nel corso di questi sessanta anni di ministero presbiterale. Notando che il suo anniversario di sacerdozio quest’anno ricorre tra la domenica del Buon Pastore e la domenica di Gesù vera vite, in queste due domeniche e nelle relative letture bibliche gli è sembrato doveroso cercare gli stimoli utili a proseguire il cammino, stimoli che ha condiviso coi presenti. «Maggiore e intima comunione con il Signore, capacità di deporre attività, iniziative, progetti, legami e perfino la vita, con la matura libertà di Gesù. Impegno a portare ancora frutto (dopo aver sospirato per anni il riposo!) secondo la parola di Gesù “in questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto” (Gv 15,8)».

«I frutti che glorificano il Padre – ha precisato – sono quelli all’altezza dei problemi del momento presente, quando tutto è diventato complicato. Per evidenziare i grandi cambiamenti intervenuti sia nella chiesa sia nella società è uscito in questa affermazione paradossale: “sono passati più anni tra ora e la mia infanzia, che tra la mia infanzia e Gesù … infatti da bambino, negli anni 1945-50, abitando in campagna, andavo alla fonte a prendere acqua, come faceva Gesù, non avendo entrambi l’acquedotto in casa”. Di fronte a problemi così nuovi e complessi, frutti validi possono essere individuati e messi in atto, solo mediante una approfondita riflessione comunitaria – ha aggiunto – rilanciando così ai presenti il cammino sinodale che il Papa ci chiede».

Non è mancata la commozione da parte dei presenti che hanno inondato il nostro parroco di ringraziamenti (prontamente reindirizzati al Signore) e di messaggi. Tra questi uno, una bimba di soli 5 anni, sentenzia: «Tu sei quello che mi ha fatto vedere Dio». «Magari!» ha esclamato don Paolo che l’ha solamente battezzata. «Ma poi non è proprio questo il compito di ogni prete, anzi di ogni cristiano?». La comunità parrocchiale, grata per il servizio ricevuto, sarà ancora vicina al suo ex parroco e, a Dio piacendo, dà l’appuntamento per il 70esimo.


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