La terza candidatura per il Consiglio regionale in casa Pd diventa un nodo gordiano. E, per farla breve, dovrà essere il diretto interessato, in questo caso il consigliere regionale uscente Fabrizio Cesetti a dover manifestare la sua volontà a candidarsi, che però anche poche ore fa ha ribadito che non sarà lui a chiedere ma che è a disposizione del Partito. In altre parole se da una parte c’è un candidato che non chiede ma attendere di essere “investito” della candidatura, dall’altra c’è una direzione provinciale che, all’unanimità, va nel verso opposto.
Dopo il no della segreteria regionale al terzo mandato, con possibilità di deroghe per le singole segreterie provinciali, ieri sera si è riunita la direzione provinciale fermana che ha bocciato la proposta di votare a maggioranza semplice la deroga. Morale della favola? L’emendamento passato in direzione prevede che il candidato, entro le prossime 72 ore dovrà manifestare la sua intenzione a ricandidarsi al presidente dell’assemblea provinciale (Giuseppe Pochini) che, a quel punto, avrà a sua volta 72 ore per convocare l’assemblea a cui far votare con una maggioranza dei due terzi la deroga. Sì, all’unanimità. E non ci si può dimenticare che la direzione provinciale dem a suo tempo si espresse chiaramente per il no al terzo mandato. E ora che si fa? Stando alla regia provinciale dem, ora dovrebbe essere Cesetti ad alzare la mano per chiedere una ricandidatura. Contestualmente si darebbe il via alle consultazioni nei vari circoli comunali per stilare una rosa di nomi da sottoporre alla scala gerarchica del partito. Ma dal momento che la linea maestra è quella del no al terzo mandato, se il consigliere regionale non dovesse farsi avanti, gli stessi circoli non potrebbero di fatto inserire, anche volendo, il suo nome nella rosa, proprio perché sottoposto a veto.
Un nodo gordiano, si diceva. Proprio in queste ore, infatti, lo stesso Cesetti ha ribadito che non ha mai chiesto la ricandidatura «e mai la chiederò e, conseguentemente, non farò pervenire nessuna dichiarazione di disponibilità alla candidatura per il terzo mandato. La mia disponibilità – le dichiarazioni del consigliere – è stata frutto esclusivo di richieste che mi sono pervenute sia da una parte del Partito Democratico che dalla società civile. Ma se il Partito Democratico non ritiene necessaria la mia presenza nella lista per vincere la sfida cruciale contro la destra e il malgoverno di Acquaroli che si terrà il prossimo settembre, una sfida che si giocherà verosimilmente su una manciata di voti, è pienamente legittimato a optare per una scelta diversa e certamente non è un mio problema. Scelta che ovviamente rispetterò, in quanto io stesso avevo proposto e fatto approvare dalla direzione provinciale del Pd di Fermo (come dicevamo poc’anzi, ndr) il divieto alla deroga del terzo mandato, impegnandomi per il successo della coalizione di centrosinistra e del candidato presidente Matteo Ricci, che è poi l’unico obiettivo su cui ogni militante e dirigente del Partito Democratico dovrebbe concentrarsi da qui fino alla data delle elezioni regionali. Contestualmente – continua Cesetti – già a partire da questi mesi di campagna elettorale, inizierò a lavorare, insieme a tutti coloro che mi avevano richiesto la disponibilità alla candidatura regionale – se lo vorranno – per costruire da subito un progetto politico per ridare a Fermo un governo alternativo e progressista, con il coinvolgimento delle migliori risorse civiche presenti in città, in vista delle elezioni comunali del 2026. E questo perché Fermo è la città capoluogo e al suo destino politico non può essere indifferente l’intero territorio provinciale».
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