“Piena disponibilità al confronto». Con queste parole, Rete ferroviaria italiana (Gruppo FS Italiane), interviene in merito ai progetti di barriere antirumore previste in alcuni Comuni della direttrice adriatica, scrivendo in una nota di essere «tenuta per legge a realizzare opere di mitigazione del rumore generato dal transito dei treni che, nella grande maggioranza dei casi, sono barriere di dimensioni idonee a riportare il problema nei limiti ammessi”. La documentazione relativa al piano di risanamento acustico, che nelle Marche prevede la realizzazione di barriere in 26 Comuni, è stata trasmessa al ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e agli Enti competenti e, a breve, saranno indette dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture le conferenze dei servizi, nel corso delle quali gli enti locali, amministrazioni comunali in primis, potranno esprimere le proprie valutazioni ed i dubbi circa le opere previste nei progetti, determinando l’esito finale delle conferenze stesse.
“Pur non potendosi esimere dal proporre progetti coerenti con le norme in vigore – scrive ancora il Gruppo –, Rfi comprende le ragioni dei Comuni interessati laddove l’invasività delle soluzioni è tale da renderne complicata l’accettazione, e per tale ragione promuove di nuovo, come avvenuto più volte in passato, una revisione delle norme di settore per l’adozione di un nuovo approccio progettuale, che tenga conto sin da subito del miglioramento del materiale rotabile nel medio-lungo periodo, in virtù dell’applicazione, a livello europeo, delle norme sui rotabili nuovi e delle politiche incentivanti per adeguare i carri merci in esercizio. Ciò consentirebbe – sottolinea Rfi – la realizzazione degli interventi di mitigazione per fasi, realizzando inizialmente barriere di altezza più contenuta e quindi meno invasive dal punto di vista paesaggistico e urbanistico. Le strutture tecniche di Rete Ferroviaria Italiana sono da tempo impegnate nello sviluppo e nell’individuazione di soluzioni innovative che possano avere un minor impatto sul territorio, soluzioni che, una volta provata la loro efficacia – conclude la nota –, potrebbero essere integrate nei progetti che interessano la linea Adriatica”.
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