Processo Jennifer: si entra nel vivo, il padre della bimba: “Grazie alle forze dell’ordine”

SERVIGLIANO - La madre accusata di omicidio volontario, alla prossima udienza sarà sentito come testimone il padre della bambina, il 30 giugno convocata la criminologa Bruzzone

di Pierpaolo Pierleoni

È iniziato alla Corte d’assise di Macerata il processo per omicidio volontarioa carico di Pavlina Mitkova, la 38enne di origine bulgara accusata di aver assassinato la figlia Jennifer di 6 anni, asfissiandola, per poi simulare un incendio in casa al fine di deviare le indagini. La donna, da quasi un anno e mezzo detenuta al carcere di Pesaro, è comparsa di fronte ai giudici per l’atto iniziale, assistita dagli avvocati Gian Marco Sabbioni ed Emanuele Senesi. C’era anche il compagno della donna e padre della bimba uccisa, Ali Krasniqi, che si è costituito parte civile.

L’uomo, all’uscita dal tribunale, ha rivolto un pensiero alle forze dell’ordine “per tutto il lavoro che hanno svolto alla ricerca della verità su mia figlia. Voglio ringraziare anche il sindaco di Servigliano, Marco Rotoni, che è stato molto vicino alla nostra famiglia”. Ieri è stata notificata anche la formale archiviazione di Krasniqi dal processo come persona estranea ai fatti. Nel corso dell’udienza iniziale si è parlato a lungo del compagno dell’accusata, delle intercettazioni telefoniche, delle celle agganciate dal suo telefono e delle immagini di videosorveglianza che lo hanno ripreso quando si allontanava da Servigliano, in orario precedente alla morte della figlia. Tutti elementi studiati nel dettaglio dagli inquirenti e che hanno portato ad escludere qualsiasi coinvolgimento dell’uomo, affiancato dall’avvocato Maria Cristina Ascenzo, nella morte di Jennifer. Non era in casa, Krasniqi, quando scattò l’allarme per l’incendio, e neanche nella fascia oraria ipotizzata dai medici che hanno eseguito l’autopsia, in cui la piccola sarebbe stata soffocata, probabilmente con un cuscino.

Gli avvocati dell’accusata, Sabbioni e Senesi, e la legale del padre di Jennifer, Ascenzo

La Mitkova è apparsa in udienza impassibile. In oltre un anno si è trincerata in un ferreo silenzio ed ha sempre sostenuto di non aver ucciso la figlia. I suoi legali hanno richiesto di valutare l’incapacità processuale della donna, istanza rigettata dalla Corte. Il processo ha visto sfilare ieri i primi 3 dei 37 testimoni convocati dal Pubblico ministero. Il prossimo atto tra un paio d8i settimane, il 23 giugno. In quell’occasione sarà chiamato a testimoniare proprio il padre di Jennifer, insieme a carabinieri e vigili del fuoco intervenuti nel luogo della tragedia, l’appartamento nel centro di Servigliano, alla Circonvallazione clementina. Il 30 giugno terza udienza, nella quale saranno sentiti medici legali, tossicologi ed anatomopatologi che hanno eseguito autopsia ed esami sul corpo della bambina. Il 30 è convocata anche la nota criminologa Roberta Bruzzone, consulente della difesa che ha incontrato nei mesi scorsi in carcere l’imputata. Il verdetto, probabilmente, arriverà prima della fine dell’anno. La Mitkova rischia l’ergastolo.



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