“La Giunta regionale ha abbandonato la sanità montana nel sud delle Marche, in sfregio alle istanze dei cittadini in uno dei momenti in assoluto più difficili dal punto di vista socio-sanitario. Sono stati tolti servizi essenziali, nel pieno della pandemia, proprio quando c’è invece estremo bisogno di un rilancio delle politiche a sostegno dell’entroterra. Il caso di Amandola è eclatante e dimostra un atteggiamento inaccettabile. La Guardia medica, presidio essenziale ed indispensabile, di fatto non c’è più. Ed ora viene preannunciata anche la soppressione della postazione medicalizzata del 118 di Amandola». E’ quanto denuncia il senatore Pd, Francesco Verducci.
«La Potes rappresenta un servizio fondamentale che garantisce tutti i comuni dell’entroterra montano. Un territorio caratterizzato da una popolazione ad elevata presenza di anziani e da una viabilità molto difficile, in particolare durante la lunga stagione invernale. Togliere questi servizi rappresenta un duro colpo per territori già fortemente discriminati, che si aggiunge alle problematiche connesse al mancato rientro del reparto di medicina generale dall’Ospedale Murri di Fermo ad Amandola. Cosa che è inconcepibile. La pessima gestione della sanità fermana da parte della giunta regionale delle Marche sta mandando in cortocircuito l’accesso alle prestazioni per i cittadini di tutta la provincia, con una ricaduta particolarmente negativa per l’area montana. Torniamo a chiedere con forza, così come fatto a gran voce dall’Unione montana dei comuni dei Sibillini, che venga aperta quanto prima la nuova struttura del reparto di Medicina di Amandola, già pronta da mesi ed ancora incredibilmente tenuta chiusa e che vengano ripristinati guardia medica e 118. Quello della Giunta regionale è un comportamento inaccettabile, che sta penalizzando pesantemente tutta la zona montana sia nell’immediato sia anche in prospettiva di un rilancio forte e duraturo».
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