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«Questa sanità è l’eredità di Ceriscioli ma ora sostanza alla discontinuità che tarda ad arrivare» il punto di Bellesi (Udc)

CRITICA - Il segretario provinciale Udc: «L’ex presidente non ha mai dato seguito all'indicazione della legge regionale 8 del 2017 né messo le risorse economiche necessarie per superare tale disparità. Ma ora risorse per fare giustizia»

Moreno Bellesi

«In queste ultime settimane i sindacati hanno sollevato la questione della mancanza di risorse economiche per i lavoratori del comparto sanità delle Marche. Questo si somma alle fortissime difficoltà in tutto il territorio regionale a reperire personale sanitario e ciò costringe i direttori delle cinque Aree Vaste a tagliare servizi anche a seguito della necessità di concentrare personale nei reparti che curano i malati di covid19 oltre che per far fronte ai pensionamenti. La sinistra all’opposizione ha alzato i toni denunciando la situazione e assegnando alla maggioranza di centrodestra al governo delle Marche la responsabilità di tale situazione. Provo a spiegare che così non è». Inizia così, con queste parole, la disamina sull’emergenza sanitaria nel Fermano, la riflessione a tutto tondo del segretario provinciale Udc, Moreno Bellesi che trova le origini della ‘crisi’ negli anni passati, quelli che politicamente parlando combaciano con l’amministrazione Ceriscioli.

«La Legge regionale delle Marche del 21 marzo 2017, n. 8 del 2017 all’art. 8 sul “Superamento delle disparità di trattamento economico” recita: “La Giunta regionale, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore di questa legge, adotta, con riferimento agli enti del servizio sanitario regionale, linee di indirizzo finalizzate a superare le disparità relative al trattamento economico accessorio per il personale che svolge le medesime attività”. L’ex presidente Ceriscioli che conservò la delega alla sanità non ha mai dato seguito a tale indicazione né messo le risorse economiche necessarie per superare tale disparità. Ad oggi le risorse non ci sono e la disparità è restata lì dove stava. Inoltre mi pongo una domanda: chi e quando si doveva programmare la formazione ed il fabbisogno di personale per far fronte ai fisiologici pensionamenti di questi ultimi paio d’anni dei medici, infermieri, Oss, tecnici radiologi, di laboratorio ecc.? Queste erano informazioni facilmente reperibili, 4-5 anni fa era facilmente programmabile aprire percorsi di studio dei vari livelli per affrontare almeno questo ricambio generazionale e sarebbe stato anche auspicabile tenersi “larghi” nei numeri. Mi appaiono chiare le responsabilità ma serve a poco oggi questo. Dobbiamo risolvere i problemi e pagare chi ha lavorato incessantemente per anni con rischi enormi per la propria salute senza obiettare nulla quando chiamati a fare i doppi turni nei festivi, di notte, a Pasqua o ferragosto senza distinzione alcuna. Vanno pagati ed anche bene, lo meritano senza ombra di dubbio. Il presidente Acquaroli e l’assessore al bilancio Castelli trovino le risorse economiche e facciano giustizia, bisogna mantenere gli impegni presi in campagna elettorale e dare sostanza a quella discontinuità che tarda ad arrivare».



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