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Dissesto idrogeologico: come mitigare i rischi? Rocchegiani invita a «tenere aggiornata la mappatura del territorio» (Ascolta la notizia)

AMBIENTE - Il prefetto di Fermo, Michele Rocchegiani, ha tracciato le linee guida per mettere in sicurezza il territorio: «Evitare qualsiasi trascuratezza e ritardo perché fatali in termini di vite umane e danni economici»

Il prefetto Michele Rocchegiani

 

di Alessandro Luzi

Gli eventi nefasti della notte tra il 15 e il 16 settembre verificatisi in provincia di Senigallia hanno inevitabilmente lasciato il segno in tutta la nostra regione. I campanelli d’allarme sono scattati anche nel Fermano. Una serie di focus condotti dalla redazione di Cronache Fermane hanno posto in evidenza una panoramica poco rassicurante: bacini trascurati, interventi puntuali e sconnessi tra loro, assenza di campagne di informazione sulle misure da osservare in caso di emergenza. Stesso dicasi per gli eventi tellurici. Questi sono solo alcuni degli aspetti su cui lavorare per diminuire l’impatto dei fenomeni atmosferici eccezionali o dei terremoti.

Ascolta la notizia:

Intanto il prefetto di Fermo, Michele Rocchegiani, durante l’ultima intervista rilasciata ai microfoni di Radio Fm1 ha tracciato la rotta da seguire nel futuro prossimo per mettere in sicurezza il territorio: «Terremoti e alluvioni ci hanno colpito duramente. Le fragilità del nostro Paese sono note e le vediamo in diverse aree. Nei giorni precedenti al mio insediamento, il vicario Alessandra De Notaristefani Di Vastogirardi ha convocato apposite riunioni proprio perché il ruolo del prefetto consiste nello svolgere un ruolo di regista tra i sindaci di tutta la provincia. Per prevenire fenomeni di questo genere è fondamentale tenere aggiornata la mappatura del territorio. In passato è mancato proprio questo importantissimo momento. Per svolgerla la prefettura deve fornire tutto il suo supporto. Inoltre non deve bacchettare ma aiutare le istituzioni e supportarle in questo compito decisamente articolato. Gli amministratori hanno bisogno di indicazioni e orientamenti riguardo questi temi in quanto a volte non sanno bene come comportarsi. Una volta effettuata la mappatura, quindi il monitoraggio e la ricognizione curata, viene il momento dell’iniziativa. Quest’ultima deve essere coniugata alle risorse disponibili. Nel momento in cui uno ha ben chiaro l’assetto del territorio, conosce anche con quale priorità intervenire e su quali realtà lo richiedono».

Intanto è incrementata la sensibilità delle amministrazioni locali su questo tema. Per esempio, il 2 dicembre si era tenuta una riunione per verificare se ci fosse un terreno fertile per approvare un ipotetico Contratto di Fiume per l’Ete Vivo. L’incontro era stato promosso dalle associazioni dedite alla cura dell’ambiente e avevano partecipato alcuni tra gli amministratori i cui Comuni sono interessati dal fiume. Tutti si erano dichiarati propensi a siglare l’accordo, dopo le festività natalizie vedremo se arriverà la firma. Sarebbe un primo passo importante per mettere in sicurezza gli argini del fiume attraverso la collaborazione tra le amministrazioni locali, troppo spesso distanti.

«Durante il mio mandato svilupperò l’iniziativa già assunta dal mio vicario affinché questa attività di costante dialogo con i sindaci sia mantenuta viva – ha precisato -. Va evitata qualsiasi trascuratezza e ritardo in quanto possono risultare fatali in termini di vite umane e danni economici. Il cambiamento climatico è ormai sotto gli occhi di tutti per cui dobbiamo ben guardarci dai rischi idrogeologici o sismici. Gli eventi imprevedibili richiedono attente progettazioni, studi accurati del territorio e di tutte le sue caratteristiche. Non possiamo prevedere terremoti ma possiamo però far sì che i suoi devastanti effetti possono essere mitigati».

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