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La riscoperta degli spazi immuni alle grida del mondo

IL PUNTO di Giuseppe Fedeli: «Questi spazî, racchiusi fra quattro mura, sono miracolosamente risparmiati alle vanità, alla follia devastatrice di questo mondo, alla cattiveria e alla balordaggine dei più. In questi templi si respira una filosofia di vita, improntata alla genuinità, al “culto”, non soltanto della convivialità: la cultura e il culto del cibo è modo di essere, specchio di una pulizia interiore sapida»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

“La bocca dei saggi è nel loro cuore” – Siracide –

Ci sono spazi immuni dalle grida del mondo, animati da gente che conserva la gentilezza dei modi, la sacralità dei sentimenti, il sorriso pudico e pensoso. Spazî di gioia: una gioia timida ma contagiosa, passeggera ma fertile. Questi spazî, racchiusi fra quattro mura, sono miracolosamente risparmiati alle vanità, alla follia devastatrice di questo mondo, alla cattiveria e alla balordaggine dei più. In questi templi si respira una filosofia di vita, improntata alla genuinità, al “culto”, non soltanto della convivialità: la cultura e il culto del cibo è modo di essere, specchio di una pulizia interiore sapida (sápere in latino significa avere sapore), che unisce, in una meravigliosa comunione di affetti. È per questo che ci si rifugia in queste dimensioni (con una tensione all’ “oltre”), senza mai perdere i contatti con il mondo. Un laico “ora et labora“, un vivere “mitico”, frutto di una scienza tramandata nei secoli. Archetipi di ancestrale sapientia, che danno origine al mito: su cui si fonda ogni “pensare in atto”, in quanto i miti “trasformano lo stato dell’animo in racconto”.  

I discorsi sono pacati, intervallati da silenzi  eloquenti e riflessioni dolenti, cui fa da contraltare una garbata (quando non aguzza) ironia; le riflessioni tentano di cogliere il senso di quello che è il nostro peregrinare, il significato di certe cose, nella sacramentalità di gesti e sguardi. Luoghi lontani dalla tarantola della invidia (il vocabolo deriva da in-video, “non ti posso vedere!”), sorgente d’ogni male, tarlo che si insinua nell’anima di chi sa che mai potrà avere -in senso spirituale- quello che l’oggetto dei suoi velenosi strali  possiede per natura: lo stile, la semplicità e l’eleganza dei modi. In una parola, l’autenticità.

* giudice


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