C’è ancora spazio per un sogno europeo? L’Europa dei popoli e degli Stati ha ancora un ruolo nello scenario internazionale? L’Europa che nasce come mercato comune è destinata a rimanere preda dei mercanti e dei banchieri o può governare i mercati per raggiungere gli obiettivi indicati dall’art. 3 sopra citato? Le grandi questioni – clima, pace, intelligenza artificiale… – possono essere affrontate dai singoli Stati nazionali? L’Europa è solo quella del Pnrr?
Sono solo alcune delle domande sulle quali l’Azione Cattolica della diocesi di Fermo vuole confrontarsi con il prof. Enrico Albanesi (Professore associato di Diritto costituzionale Università di Genova, Scuola di Scienze sociali, Dipartimento di Giurisprudenza), sabato 4 maggio alle ore 18, presso la sala Gigli di Porto Sant’Elpidio.
«“Senza memoria non c’è futuro” le parole pronunciate dal Capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione della festa della Liberazione, valgono – sottolineano proprio dall’Azione Cattolica con un comunicato stampa – anche per un’altra festa, quella che i cittadini europei celebrano il 9 Maggio, la festa dell’Europa: in quel giorno, del 1950, il Ministro degli Esteri francese, Robert Schuman fece una proposta alle nazioni europee, quelle nazioni che avevano conosciuto nel “secolo breve” ben due guerre con milioni di morti: “mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un’organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei”. Carbone e acciaio “ingredienti” per forgiare armi, furono convertiti in strumenti per fare la pace: nacque la CECA, si materializzò un sogno, si crearono le premesse di quell’esperienza che oggi va sotto il nome di Unione Europea e che ha tra i suoi obiettivi “promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. (…) contribuire alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all’eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite (art. 3 del Trattato sull’Unione Europea). Il 9 maggio 1950 R. Schuman esordiva nel suo discorso con queste parole: “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche”. Il 9 maggio 2024 vede purtroppo pericoli che stanno aumentando, una pace sempre più a rischio, e uno “sforzo creativo” sempre più urgente: le date dell’8 e 9 giugno fissate per il rinnovo del Parlamento Europeo siano per tutti un esempio di sforzo creativo per garantire alle nuove generazioni un futuro di pace».
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