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Sanità, Rsu in pressing su Calcinaro: «Convochi una conferenza dei sindaci “aperta”. E’ emergenza personale»

FERMO - La coordinatrice protempore Donataccio: «Non c’è ulteriore tempo da perdere. La sanità della provincia si indebolisce sempre di più nel suo capitale più prezioso che è il capitale umano e professionale, ed arretra nel garantire assistenza, cura e prevenzione a tutti i cittadini in modo universalistico a prescindere dal luogo di residenza»

L’oggetto della missiva inviata al presidente Paolo Calcinaro, e per conoscenza ai primi cittadini del Fermano, è chiarissimo: convocazione della Conferenza dei Sindaci aperta sulle problematiche della Sanità.

A parlare, o meglio, in questo caso a scrivere è la Rsu dell’Ast di Fermo, con la sua coordinatrice pro-tempore, Anna Donataccio: «Nonostante le numerose segnalazioni inviate alla direzione di Ast, al Servizio Salute e all’assessore regionale alla Sanità, sulla necessità di ampliare l’organico di tutti i ruoli nell’Azienda di Fermo, ad oggi, come Rsu abbiamo ricevuto poche risposte concrete ed ufficiali, solo rassicurazioni verbali in merito al rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza il 30 aprile 2023, ai tempi per le stabilizzazioni dei precari e all’indizione di nuovi concorsi. Poco o niente invece su un pacchetto aggiuntivo di assunzioni di personale che vada oltre la copertura del turn over. Purtroppo – tornano a tuonare dalla Rsu – con un organico precario e ridotto al minimo, la Ast di Fermo non riuscirà a garantire un’assistenza di qualità ai pazienti nonché un numero di prestazioni adeguato alla domanda sempre crescente, degli utenti. A pagarne le conseguenze sono e saranno i cittadini (più fragili e meno abbienti) che si vedranno negata la possibilità di accedere in tempi accettabili a molte prestazioni specialistiche e/o diagnostiche, agli interventi chirurgi programmati oppure troveranno le agende di prenotazione chiuse. Agli operatori inoltre, che da tre anni, complice la grave pandemia di Covid, sono stati chiesti enormi sacrifici ed hanno lavorato costantemente sotto pressione, è praticamente impossibile conciliare il lavoro con la vita personale e familiare. Anche il settore amministrativo-gestionale subisce una grave carenza di organico che porterà inevitabilmente a difficoltà organizzativa. Le criticità rappresentate aggraveranno la situazione della sanità pubblica fermana nonostante gli impegni sull’apertura di nuovi Servizi, non supportati purtroppo da nuove assunzioni di professionisti che ne garantiscano la piena attività ed accessibilità. Ciò dovrebbe preoccupare tutti. La Rsu, che rappresenta i dipendenti della Ast di Fermo a prescindere dall’iscrizione ad un sindacato, per tentare di affrontare un quadro così complicato, ha dapprima incontrato i lavoratori in Assemblea riscontrando il loro giudizio critico sull’organizzazione all’interno delle unità operative, servizi, uffici, con carichi di lavoro sempre più alti, e successivamente ha organizzato un presidio davanti all’Ospedale di Fermo dove ha denunciato pubblicamente le carenze di personale, l’incongruenza dei fondi economici e le disparità di trattamento tra territori provinciali di cui a farne le spese è la Ast Fermo. In quell’occasione, i componenti Rsu hanno ribadito al presidente (Calcinaro), che era presente, l’urgenza di convocare la Conferenza dei Sindaci sulle problematiche della Sanità. Un’occasione d’incontro aperta, in cui poter dibattere ed approfondire i punti di forza e di debolezza di un sistema sempre più in affanno. Ad oggi, purtroppo, non è nota la data in cui si svolgerà la Conferenza e tantomeno si è certi dell’avvenuta convocazione. Per questi motivi, la Rsu della Ast Fermo sollecita il presidente della Conferenza dei Sindaci a procedere urgentemente all’organizzazione dell’assise dei sindaci della provincia di Fermo alla quale invitare oltre al Commissario della Ast (Roberto Grinta) ed i suoi collaboratori, anche l’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, i consiglieri regionali eletti nel Fermano e, naturalmente, le organizzazioni sindacali. Non c’è ulteriore tempo da perdere. La sanità della provincia si indebolisce sempre di più nel suo capitale più prezioso che è il capitale umano e professionale, ed arretra nel garantire assistenza, cura e prevenzione a tutti i cittadini in modo universalistico a prescindere dal luogo di residenza».



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