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Sanità, Donataccio (Rsu): «Situazione inaccettabile, senza interlocuzione con Ast e Regione scatta lo sciopero»

LA COORDINATRICE della Rsu annuncia che la rappresentanza tornerà a manifestare pubblicamente davanti all'ospedale informando gli utenti. «Lo farà entro febbraio, chiamando a raccolta i lavoratori della Sanità, le associazioni dei malati, i comitati, i sindaci, tutti i cittadini che vorranno sostenerci. Chiederà anche la convocazione di una Conferenza dei Sindaci aperta a tutti i cittadini dove poter spiegare le ragioni di una protesta ormai inevitabile»

La Rsu dell’Area vasta 4

«Non sono bastati tre durissimi anni di pandemia per far capire alla politica quanto sia indispensabile mettere mano agli organici della Sanità e renderli congrui per rispondere ai reali bisogni assistenziali dei cittadini. Tutto sembra archiviato, rimosso. Assistiamo in Ast Fermo all’arrampicarsi sugli specchi di direzione, dirigenti dei Servizi e del Servizio delle Professioni per poter garantire anche i minimi diritti contrattuali al personale a causa della sottostima delle dotazioni organiche. Questa assurda situazione mette in forte rischio non solo il diritto all’accesso alle prestazioni sanitarie e alla prevenzione dei cittadini del Fermano tramite il Servizio Sanitario Pubblico ma anche la qualità dell’assistenza dei pazienti ricoverati». E’ quanto sostiene, in una nota, per i componenti l’assemblea Rsu Ast Feemo, la coordinatrice pro tempore, Anna Donataccio.

«Alle parole di elogio spese nei confronti del personale nei tempi bui in cui tutti i cittadini delle Marche erano terrorizzati dal Covid, siamo ritornati, una volta terminata la paura, alla situazione precedente all’emergenza con la grande difficoltà della politica regionale nel risolvere l’atavico problema di assumere in modo stabile e non precario: infermieri, Oss, Tecnici sanitari, personale della prevenzione e della riabilitazione. In pratica, ristabilire organici accettabili e stabili nel nostro sistema sanitario fermano, che sconta un gap storico di carenze inaccettabili sia di Servizi che di professionisti. Non c’è riforma sanitaria che possa tenere senza le dovute professionalità, che garantiscano standard di efficienza e qualità in ogni settore dell’azienda. In più occasioni sono state rilasciate rassicurazioni della direzione di Ast e dell’assessore alla Sanità – rimarca Donataccio – volte a dare speranza di una compensazione reale del gap ma per lo più si sono rivelate il tentativo di addolcire la realtà “molto preoccupante” in cui versa la sanità della provincia di Fermo. Nonostante tali rassicurazioni, nella sanità fermana si continua ad avere a che fare con liste di attesa talvolta inaccettabili, un complicato accesso alle prestazioni per agende chiuse o bloccate, difficoltà a reperire posti letto in ospedale o collocare un anziano in una struttura di lungodegenza e Rsa. Le nostre Medicine sono diventate lungodegenze con medie di permanenza dei ricoverati quasi doppie a quelle auspicate. Noi operatori – incalza la coordinatrice Rsu – che ogni giorno abbiamo a che fare con la triste realtà di comunicare tali inefficienze del sistema pubblico ai pazienti, sappiamo bene quanta amarezza e rabbia suscita tutto questo. E’ indubbio che questa situazione è riconducibile anche alla carenza di professionisti e di personale. Difficile aumentare l’offerta di servizi sanitari se mancano all’appello circa 40 infermieri, 15 Oss, 10 Tecnici Sanitari, Educatori Professionali, Dietiste, Tecnici della Prevenzione e medici nell’unità di emergenza ma soprattutto nella continuità assistenziale. Mancano anche amministrativi e tecnici.
La Rsu della Ast Fermo insieme alle organizzazioni sindacali in essa presenti, torna a lanciare l’allarme rosso per la situazione di estremo pericolo del graduale e inarrestabile declino della sanità pubblica. Chi ci rimetterà in tutto questo saranno, in particolare, i cittadini più in difficoltà. Quelli che non possono permettersi di pagare di tasca propria specialisti e visite nel privato. L’allarme è lanciato a tutti, soprattutto ai sindaci del territorio perché garanti della salute pubblica delle comunità che amministrano. Il canale di interlocuzione con i consiglieri regionali eletti nel Fermano è aperto da tempo ed ha portato frutti positivi a fine anno con il rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza a dicembre. Di nuovo oggi chiediamo ai nostri rappresentanti in Regione che si facciano “parte attiva” per muovere lo stallo che si è creato nella definizione delle risorse e dei budget necessari ad assumere nuovo personale, rinnovare i contratti in scadenza a fine marzo e procedere alla stabilizzazione degli operatori che in questi anni hanno contribuito in modo fondamentale alla tenuta del sistema sanitario. La Rsu è sempre pronta ad interagire con loro. Il budget provvisorio assegnato alla Ast Fermo, di gran lunga inferiore a quello precedente per colpa di tagli sostanziosi imposti dal Servizio Salute, fa tremare le vene dei polsi perché con esso non potranno essere garantiti i servizi come sono attualmente. Si rischia quindi che ci saranno meno servizi, meno personale, meno tutela della sanità pubblica. Le liste di attesa sono la vergogna di un Paese civile. Quelle che si generano in Ast Fermo non fanno eccezione e sono allarmanti.
Ecco alcuni dati che riguardano le prestazioni programmabili “P”( le urgenze hanno canali diversi seppur anche per queste non mancano difficoltà a trovare risposte sul territorio della provincia di Fermo): per la prenotazione di una mammografia bisogna aspettare il 2024; per la prenotazione di Colon e Gastro agende chiuse per tutto il 2023; per una prima visita cardiologica a Fermo agende complete per tutto il 2023; per una visita oculistica bisogna aspettare fino a settembre 2023; per una visita otorino bisogna attendere almeno 4 mesi; bisogna aspettare novembre prossimo per poter prenotare una visita urologica o un Holter cardiaco; per un Ecg sotto sforzo invece bisogna proprio rinunciare in quanto non presente in agenda quindi non prenotabile nel 2023; per la Tac cardiaca esistono solo due posti, al massimo tre alla settimana nonostante la recente inaugurazione seguita da promettenti dichiarazioni dei politici e della direzione di Ast; per la Risonanza Magnetica, Tac e ecografie i posti sono pochissimi davvero, quasi introvabili per tutto il 2023. La Rsu vuole lanciare un messaggio molto chiaro ed inequivocabile a tutti i soggetti interessati a salvare la sanità pubblica del Fermano: non tollereremo che a portare la croce siano sempre i soliti e che il personale venga trattato al pari di “ostaggi” di un sistema mal programmato. I professionisti, gli operatori, gli amministrativi e i tecnici della Ast Fermo non continueranno a tollerare spostamenti a piacimento per tappare buchi in ogni luogo o addirittura penalizzati nella loro carriera professionale a causa dei mancati nulla osta per la mobilità, quando potrebbero far valere i loro titoli e competenze in percorsi accademici o di altro tipo.
La Rsu vuole riaccendere i riflettori sulla necessità di tutelare i cittadini fermani, il loro diritto a ricevere un’assistenza di qualità e di poter accedere ai servizi del Ssr in tempi consoni alle tasse che pagano e sull’indispensabile urgenza di assumere in tempi strettissimi il personale mancante per coprire i turni di servizio necessari senza che i dipendenti debbano rinunciare alla propria vita personale e familiare. La Rsu tornerà a manifestare pubblicamente davanti all’ospedale informando gli utenti. Lo farà entro febbraio, chiamando a raccolta i lavoratori della Sanità, le associazioni dei malati, i comitati, i sindaci, tutti i cittadini che vorranno sostenerci. Chiederà anche la convocazione di una Conferenza dei Sindaci aperta a tutti i cittadini dove poter spiegare le ragioni di una protesta ormai inevitabile. Il tempo che la Rsu darà ai soggetti deputati a trovare immediatamente soluzioni concrete, è breve. Prime tra tutti, dovranno arrivare le proroghe del personale a tempo determinato in scadenza ad aprile poi la stabilizzazione dei precari aventi diritto. In assenza di una continua, costante, fruttuosa interlocuzione con Ast e Regione, si arriverà allo sciopero».



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