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Urbanistica, Petrini all’attacco: «Clamoroso, Ciarpella si tiene la delega e Marcotulli assessore ombra. La legge parla chiaro»

PORTO SANT'ELPIDIO - Il candidato sindaco, oggi consigliere di opposizione critica la scelta del primo cittadino, impugnando la norma che regola proprio la delega all'urbanistica. Ne ha anche per Giorgio Marcotulli

Paolo Petrini

«Clamorosa la scelta del sindaco Ciarpella di tenere la delega all’urbanistica per farla gestire a Giorgio Marcotulli». Va all’attacco senza troppi giri di parole e misure Paolo Petrini, il candidato sindaco del centrosinistra uscito sconfitto al ballottaggio.

«Tutti sappiamo che nella compagine neoeletta il geometra Marcotulli è l’unico che per competenza ed esperienza amministrativa poteva essere l’assessore della materia. Purtroppo per lui non può. La legge 3/8/1999 n. 265, all’art. 19 – attuale co. 3 dell’art.78 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali approvato con D.Lgs. 267/2000 – relativamente alle condizioni giuridiche degli amministratori locali, stabilisce che i componenti della giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato». Una scelta quindi non legata alle competenze, quella fatta dal primo cittadino Massimiliano Ciarpella, bensì da problematiche tecniche di altra natura stando a quello che dice Petrini.

«Dal tenore letterale della norma si evince che chiunque, ingegnere, architetto, geometra, o comunque libero professionista, competente in materia di edilizia e urbanistica, eserciti la libera professione non può essere, contemporaneamente, nello stesso territorio amministrato componente della Giunta Comunale. – prosegue Paolo Petrini – La norma, lungi dal configurare una mera limitazione all’esercizio dell’attività professionale, delinea una precisa causa d’incompatibilità. Io posso capire che il sindaco non avendo altri a cui affidare questa importante delega abbia escogitato questo escamotage “dell’assessore ombra”, ma mi permetto di ricordargli che il comportamento degli amministratori non solo deve essere, ma anche apparire improntato ai criteri dell’imparzialità e buon andamento amministrativo con esclusione di ogni possibile fraintendimento d’indebita commistione tra l’esercizio della pubblica funzione e l’interesse professionale e quindi personale.
Di conseguenza, e ribadendo il principio dell’imparzialità dell’azione amministrativa, aggiungo che non mi pare ulteriormente appropriato per il sindaco, figlio di un noto architetto locale, tenere questa materia. I cittadini hanno votato per il cambiamento, che credo implichi un miglioramento dell’esistente non l’inizio di una politica segnata dal permanere di conflitti di interesse. Veri o apparenti che siano».

Maikol Di Stefano



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