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A un anno dalla morte di Giuseppe Lenoci, l’appello della zia ai ministri: «Sicurezza nell’alternanza scuola-lavoro» (Ascolta la notizia)

MONTE URANO - A distanza di poche ore dalla fiaccolata che si terrà oggi alle 18 a Monte Urano, l'appello della zia del 16enne che si rivolge ai ministri Calderone e Valditara: «Mettete le mani a questa riforma, fornite un programma formativo allineato con le finalità di orientamento e formazione, date un albo ai tutor. Lo status dello studente dovete farlo per distinguerlo dal lavoratore». Da Canosa in partenza un pullman di parenti e amici. Il parroco: «La memoria di Giuseppe abbia un significato anche per tanti che vivono esperienze che andrebbero rettificate e la società dovrebbe tenerne conto»

Giuseppe Lenoci, qui con la zia Angela

Il giorno del ricordo di Giuseppe Lenoci, ma anche della voglia di far sentire la loro voce, di chiedere giustizia, verità e più sicurezza. Questo è il 14 febbraio per i genitori e i parenti del 16enne deceduto in un incidente stradale proprio un anno fa a Serra de’ Conti. Lenoci aveva origini pugliesi ma risiedeva a Monte Urano. E proprio a Monte Urano oggi pomeriggio, dopo la santa messa, si terrà una fiaccolata in sua memoria. Intanto questa mattina da Canosa è partito un pullman alla volta del Fermano, carico di persone, amici e parenti di Giuseppe, che si uniranno alla fiaccolata. «Stiamo iniziando questo cammino – racconta il parroco di Canosa che guida la comitiva – per commemorare la memoria di Giuseppe, perché non vada perduta, perché abbia un valore, un significato anche per tanti che vivono esperienze che andrebbero rettificate e la società dovrebbe tenerne conto. Credo che la nostra presenza possa dare quel significato importante, quel valore necessario a far sì che la memoria di Giuseppe sia riscattata». La fiaccolata partirà alle 18 da piazza della Libertà, dopo la santa messa.

Ascolta la notizia:

«E’ un anno che mio nipote non c’è più – le parole della zia Angela – da quello che ci hanno detto c’è un solo indagato. A monte di quest’incidente ci sono i perché, tanti perché, che restano ancora senza risposte da rendere perché fondamenta della giustizia, da dare sia ai genitori che hanno perso un figlio, e sia alla società che deve essere consapevole che quello che è successo a noi può succedere a chiunque. Ancora oggi non sappiamo cosa ci facesse mio nipote a 120 chilometri di distanza da casa. Noi aspettiamo risposte. A distanza di un anno l’unica che abbiamo avuto è che si è trattato di incidente stradale. Mio nipote, che non era a scuola ma non era neanche un lavoratore, era uno studente che è morto sul lavoro prima ancora di diventare un lavoratore. L’amore per Giuseppe va oltre questo desiderio di verità che però è necessaria per risalire alle cause di tutte quelle morti che pretendono risposte. Questo dimostra la necessità di rivedere il piano sicurezza (nell’alternanza scuola-lavoro, oggi Pcto) altrimenti questo sistema va abolito».

Poi l’appello, accorato, ai ministri del Lavoro, Marina Elvira Calderone, e all’Istruzione, Giuseppe Valditara: «Mettete le mani a questa riforma, fornite un programma formativo allineato con le finalità di orientamento e formazione, date un albo ai tutor. Lo status dello studente dovete farlo per distinguerlo dal lavoratore. Io non mi fermo. Mio nipote aveva solo 16 anni».

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