di Giorgio Fedeli
A distanza di poco più di 24 ore dalla chiusura del Jova Beach Party, il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, dopo essersi dedicato ai ringraziamenti, con una lunga lista di nomi, istituzioni e divise, passa all’analisi di un maxi evento segnato anche da aspre critiche, soprattutto da parte di alcune sigle ambientaliste che non hanno affatto gradito, come avvenuto già nella prima edizione del 2019 la location, luogo di nidificazione del fratino.
Ma Calcinaro, dopo aver più volte ribadito che l’evento non rappresenta alcun pericolo per l’ecosistema locale, tira avanti per la sua strada, per la sua linea: «Lì anche l’organizzazione ha individuato una logistica eccezionale – spiega il primo cittadino – e finché possiamo, non vogliamo perdere quest’occasione». Ma allora le critiche? «Io, a dispetto di quanto crede la Lipu, avevo anche proposto di spostare un pò più verso sud il palco ma non è stato possibile per la presenza di uno chalet. Comunque continueremo a lavorare su questa soluzione. Ora dunque speriamo solo che con la rifioritura delle scogliere, si possa recuperare un pò di spiaggia».
In effetti la collocazione dei palchi del Jova Beach Party, quest’anno è stata differente rispetto al 2019, è stata evidentemente diversa. «Vero – conferma il sindaco – di due torri quest’anno ce n’era una sola e il secondo palco non c’era. Questo perché la spiaggia è stata soggetta a erosione. Tra dicembre 2021 e gennaio di quest’anno, però, siamo intervenuti sulla rifioritura delle scogliere che sta dando i suoi frutti. Speriamo che questo processo vada avanti». Quindi appuntamento, sempre a Casabianca, con il prossimo Jova Beach? Il Fermano, dopo i successi del 2019 e di quest’anno, può dirsi a tutti gli effetti nel circuito di Jovanotti? «Direi proprio di sì – confessa Calcinaro – però l’organizzazione non mi ha fatto date per il futuro».
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