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Parco di monte Cacciù, gli ambientalisti alla Steat: «Resti pubblica. Siamo pronti alla protesta»

FERMO - Le associazioni ambientaliste del Fermano «unite in questo grido di allarme, intendono risvegliare i tanti amanti del nostro territorio. Pur restando senza parole di fronte a queste strategie locali, vogliamo dimostrare che saremo pronti a protestare in tutti i modi possibili e cercheremo di fermare questo disastro»

«Il Coordinamento delle associazioni ambientaliste del Fermano, viste le recenti notizie a mezzo stampa dalla società Steat sul futuro dell’area Monte Cacciù, ritiene di dover far sentire la propria voce». Inizia così la nota diffusa dal coordinamento delle Associazioni ambientaliste del Fermano e dal gruppo Ecologisti del Piceno. 

«Innanzitutto occorre una precisazione: i terreni di monte Cacciù erano di proprietà del vecchio manicomio della provincia di Ascoli-Fermo. I terreni di quell’area a quanto ci risulta, dovrebbero essere stati donati da una famiglia locale con l’intento di contribuire alla sua sopravvivenza, ma l’allora provincia di Ascoli Piceno decise anni fa di cedere la proprietà durante una operazione di ricapitalizzazione dell’azienda Steat.

L’attuale dirigenza della società Steat (…) starebbe pensando di vendere l’area ad un prezzo di circa la metà del valore stimato di 750.000 euro. Le associazioni ambientaliste della provincia di Fermo vogliono fortemente manifestare il proprio dissenso su questa pessima strategia, volta a svalorizzare il nostro territorio».

«Una società a capitale pubblico come la Steat dovrebbe avere come intento primario – si legge nella nota – la tutela del territorio. Crediamo che negli anni l’area in oggetto avrebbe dovuto subire un percorso di valorizzazione naturalistica volta a renderla fruibile per scopi ricreativi, creandovi un parco anche in quella parte lasciata nel più completo degrado, oltre a quella che invece è stata piantumata e gestita dal Comune di Fermo prima e dalla Steat dopo. Un’area del genere è pubblica e dovrebbe restare pubblica, ma soprattutto non ha bisogno di quasi nessun investimento per essere resa bella e fruibile, basterebbe una bella pulizia, delle strutture di recinzione e di accesso non veicolare. Ci rammarichiamo del fatto che potrebbe essere trasformata in edificabile-turistica e ora potrebbe essere venduta ottenendo un profitto che potrebbe innescare  l’ennesima edificazione sul nostro territorio, su una delle poche aree pubbliche verdi ancora esistenti, vicino alla costa, perdendo per sempre la bellezza di questo luogo. La mente non può non riandare a solo due anni fa quando la Steat aveva invitato tutta la cittadinanza, compresi il prefetto di allora e il senatore Verducci, e tutte le associazioni ambientaliste, per mostrare con orgoglio il lavoro fatto su quello che avrebbe dovuto essere il più bel parco verde urbano di Fermo e di tutto il circondario. Il Coordinamento ribadisce la propria contrarietà. Noi siamo esterrefatti da queste proposte e non abbiamo parole. Pensare di vendere un’area con una valenza naturalistica e ricreativa che possa essere a servizio della cittadinanza di due comuni limitrofi e delle associazioni di un intero territorio provinciale è da considerarsi un’idea alienata. Le associazioni ambientaliste del Fermano, unite in questo grido di allarme, intendono risvegliare i tanti amanti del nostro territorio. Pur restando senza parole di fronte a queste strategie locali, vogliamo dimostrare che saremo pronti a protestare in tutti i modi possibili e cercheremo di fermare questo disastro».

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