di Giorgio Fedeli
Una mossa rivoluzionaria nelle dinamiche cittadine e che, vista con gli occhi delle parti in causa, rappresenterebbe quasi il classico “due piccioni con una fava”. Di cosa parliamo? Semplice. La Steat sta cercando un’area più funzionale rispetto alla “Santa Lucia” per il suo deposito e i suoi uffici. E questa mattina il presidente Remigio Ceroni ha partecipato a un incontro in Comune, a Fermo, per studiare il piano regolatore. Insomma una riunione per verificare l’esistenza e l’eventuale disponibilità di un’area che si confaccia maggiormente alle esigenze della società di trasporto pubblico.
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Impossibile non ricordare le infinite vicissitudini che hanno segnato il recente passato dell’area, i botta e risposta sull’alienazione dell’ex stazione, un ginepraio di carte e documenti, il vespaio di critiche e repliche che hanno infiammato la città in questi ultimi anni, con l’imprenditore fermano Mauro Cardinali, fresco dell’acquisto della Casina delle Rose, che si era aggiudicato la gara e la Steat ad esercitare il diritto di prelazione. Una vicenda, insomma, a dir poco tortuosa che si è conclusa con l’acquisizione ufficiale, lo scorso 30 settembre 2020, dell’area da parte della società di trasporto pubblico locale. Ma ora il presente della Santa Lucia potrebbe essere nuovamente ribaltato con la sua nuova immissione sul mercato.
“Due piccioni con una fava” si diceva. Sì, nel senso che se la Steat dovessero decidere, come sembra, di trasferirsi altrove, l’area dell’ex Santa Lucia potrebbe tornare, si diceva, in vendita. E questo, in caso di acquisto da parte di un privato, starebbe a significare un potenziale introito sia per la società, che proprio stando alle parole del suo presidente, non naviga in buone acque in termini di bilanci, sia per il Comune.
«Alla riunione il sindaco Calcinaro non c’era – riferisce il presidente Ceroni che, contattato al telefono, conferma l’avvenuto incontro – c’erano i tecnici. E abbiamo dato un’occhiata al Prg per verificare la disponibilità e la compatibilità di alcune aree con le esigenze della società perché lo spazio di Santa Lucia non è adeguato alle necessità della Steat. Non appena avremo individuato un’area in cui trasferire deposito e uffici, dismetteremo Santa Lucia e la rimetteremo nella disponibilità di Fermo che dovrà programmare lo sviluppo della società. La Steat, infatti, è in larga parte della Provincia, poi del Comune di Fermo e, infine, in quote minori di altri Comuni. Quindi non possiamo non seguire le indicazioni di Provincia e Comune. Quell’area non è sufficiente per noi: abbiamo 110 pullman e ce li abbiamo dislocati in posti diversi. Capite bene che non è assolutamente funzionale. Dunque stiamo cercando di individuare un’area che possa essere adeguata per una sede definitiva anche perché il trasporto pubblico andrà a crescere, non a diminuire. Certo, sappiamo bene che non è semplice».
In pratica la Steat necessita di uno spazio di circa 25mila metri quadrati mentre alla Santa Lucia ne ha all’incirca 12 mila «e, faccio un esempio, i dipendenti – aggiunge Ceroni – non hanno nemmeno il posto per posteggiare le auto». Dunque, in poche parole, l’area potrebbe da qui a breve tornare sul mercato. «Non nascondo che contiamo anche su questo – continua Ceroni – noi facciamo la nostra strada e l’area torna nella disponibilità del Comune di Fermo o di chi la compra».
Ma l’eventuale acquirente privato dovrà comunque confrontarsi con il Comune poiché l’area, per essere, diciamo così, appetibile dovrebbe passare per una variante che è lo stesso Comune, di regola, ad approvare. E per ricevere l’ok, anzi anche solo per essere ammissibile, dovrebbe giocoforza prevedere un interesse pubblico che equivale a dire spazi per l’ente. Facendo un ipotetico balzo in avanti, arrivando alla vendita, come sarebbero ripartiti gli introiti? «Beh noi dobbiamo recuperare quanto abbiamo speso – conclude il presidente Ceroni – e l’eventuale maggiore utile, sarebbe da dividere tra Steat e Comune. Questa potrebbe essere un’ipotesi».
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