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«Acquaroli ha ereditato una sanità con criticità e opportunità, ora ha solo problemi» La replica del centrosinistra a Tulli

FERMO - Il Pd e Fermo Capoluogo al consigliere comunale Gianluca Tulli: «La bistrattata sanità delle Marche ereditata dal centrosinistra, è quella che ha portato Torrette a essere considerato il miglior ospedale pubblico d’Italia, ha portato le Marche a essere una Regione di riferimento per il buon rapporto costi/servizi, ha portato le Marche ad avere come sanità uno dei punteggi ministeriali più alti e ha portato le Marche ad avere la rete cardiologica per l’emergenza considerata la migliore d’Italia. Tutti riconoscimenti confermati o ottenuti negli ultimi anni, ma sempre in base al lavoro fatto in precedenza. Stasera ne vedremo delle belle»

Da sin. Pierluigi Malvatani, Sandro Vallasciani, Paolo Nicolai e Renzo Interlenghi

«Tulli da indipendente (ma non era approdato a FdI?) sposa appieno la narrazione del centro destra raccontando la fiaba di una sanità delle Marche che sarebbe disastrosa in quanto avrebbe ereditato una situazione compromessa, quindi il centro destra si limiterebbe a raccogliere i cocci di vent’anni di politiche sbagliate». Si apre così la replica dei consiglieri comunali dem Paolo Nicolai, Sandro Vallasciani, Pierluigi Malvatani a cui si aggiungono i consiglieri di Fermo Capoluogo Renzo Interlenghi e Andrea Morroni. Il centrosinistra fermano, infatti, non ha gradito le parole del consigliere comunale indipendente Gianluca Tulli sulla gestione della sanità da parte delle amministrazioni regionali dem.

«Ammesso e non concesso che ciò sia vero – continuano dal centrosinistra – anche se il consigliere Tulli (ex Lega Nord, poi FdI e oggi indipendente) dal 2020 enuncia solo questa lamentela senza mai fare un’analisi propositiva di come migliorare le cose, dopo quattro anni di insediamento della giunta Acquaroli dovrebbe spiegare ai cittadini per quale motivo le liste d’attesa, sia per le visite che per gli interventi chirurgici, ancora siano in fortissimo ritardo (ma non dovevano eliminarle?); inoltre, come mai si verifica una fuga costante dei migliori primari e una lamentela continua da parte dei migliori professionisti? Torrette per due anni di fila ha avuto il prestigioso premio dell’Agenas come miglior ospedale pubblico d’Italia. I professionisti però scappano via tanto che a dicembre i medici avevano sottoscritto un documento in cui si denunciava un “allarmante degrado degli standard assistenziali e di sicurezza delle cure con rischio di incorrere in una grave e irreversibile crisi del sistema sanitario regionale”, e parliamo di professionisti e non di rivoluzionari bolscevichi. La realtà è un’altra: il centrodestra ha ereditato una sanità con molte opportunità e alcuni problemi e l’ha trasformata in una realtà che ha solo problemi. La bistrattata sanità delle Marche ereditata dal centrosinistra, è quella che ha portato Torrette a essere considerato il miglior ospedale pubblico d’Italia, ha portato le Marche a essere una Regione di riferimento per il buon rapporto costi/servizi, ha portato le Marche ad avere come sanità uno dei punteggi ministeriali più alti e ha portato le Marche ad avere la rete cardiologica per l’emergenza considerata la migliore d’Italia. Tutti riconoscimenti confermati o ottenuti negli ultimi anni, ma sempre in base al lavoro fatto in precedenza. Tulli continua a parlare della chiusura dei piccoli ospedali ma non propone una ricetta alternativa, se non mera propaganda di partito (quale?). Il centrodestra ha creato le 5 AST, così da far proliferare i costi della sanità prevedendo la moltiplicazione delle figure apicali a scapito del bilancio regionale e, nonostante ciò, nulla sembra funzionare, anzi. Il centrodestra ha fatto la scelta di promettere tutto a tutti, a partire dagli investimenti di decine di milioni di euro per potenziare, con attrezzature modernissime, piccoli nosocomi in uno dei quali si prevedono due sale operatorie per la chirurgia di alta complessità e 4 posti letto di terapia intensiva post-operatoria: ciò rasenta la follia. Per non parlare dei “quasi pronto Soccorso” di tre ospedali di comunità, per i quali il Piano prevede una dotazione organica per la copertura delle 24 ore di medici specialisti dell’emergenza urgenza mandati dal DEA competente per territorio. Siamo alla seconda follia. Ma il dato più allarmante è che in questi quasi quattro anni, sono state impoverite le strutture sanitarie pubbliche ad esclusivo vantaggio di quelle private. O meglio, le strutture pubbliche sono state difese a parole e affossate nei fatti, come sta succedendo persino a Torrette».

«Col voler promettere tutto a tutti (e nei bacini elettorali della destra si promette non solo tutto, ma anche più di tutto) – aggiungono i consiglieri – si seminano nei programmi di edilizia sanitaria scatole vuote come i 5 DEA di primo livello che il Piano di Edilizia sanitaria prevede a Urbino, Fano, Senigallia, Fabriano e Civitanova Marche. Per non parlare dei nuovi ospedali di Pesaro, Macerata e San Benedetto per i quali il Piano di Edilizia Sanitaria prevede un futuro meraviglioso, mentre la programmazione economica e di personale è totalmente assente. La destra ha attaccato gli ospedali unici (che ovviamente unici non erano, ma erano solo la logica integrazione tra Pesaro e Fano, tra Macerata e Civitanova Marche e tra Ascoli e San Benedetto), ma gli vanno bene vanno gli ospedali finti e persino quelli vuoti. Quanto alle liste di attesa, che gravano quotidianamente sulla pelle dei marchigiani, la situazione è drammatica. Il tanto sventolato nuovo piano “Marshall” per il recupero e il miglioramento delle liste di attesa è un tentativo ridicolo di vendere il nulla. In pratica si tratta di poche decine di migliaia di prestazioni ambulatoriali in più rispetto al 2023 e di poche centinaia di ricoveri in più. La Regione sbandiera numeri più grossi facendo finta di non sapere che il progetto 2024 è appena più robusto di quello analogo del 2023 che non ha avuto alcun effetto. Nel 2023 c’era un progetto da 9 milioni di euro e quest’anno c’è un progetto da 13 milioni. Stiamo parlando del nulla se si tiene presente che il bilancio regionale è di ben oltre 3 miliardi di euro. Occorrerebbe, per combattere le liste di attesa, un progetto di ampio respiro che utilizzi meglio la medicina generale e il privato accreditato e che recuperi risorse da una razionalizzazione delle reti radiologiche, chirurgiche e cliniche in genere. Cose di cui questa Giunta ignora persino l’esistenza. Per non parlare, inoltre, dei servizi territoriali che sono in sofferenza – sia quelli distrettuali che quelli del Dipartimento di Prevenzione -. Questo vale per i servizi per la salute mentale e la neuropsichiatria infantile come pure per l’assistenza domiciliare e residenziale. Ovviamente in una situazione come questa, le strutture del PNRR saranno piene di muratori e vuote di personale. La sanità delle Marche sta diventando infatti sempre più una immobiliare che con i suoi progetti edilizi, alimenta una bolla che quando scoppierà farà saltare tutto il servizio sanitario pubblico. L’immagine della sanità marchigiana è data perfettamente dal contrasto tra le sale operatorie sottoutilizzate dei grandi ospedali e le nuove sale operatorie, in ospedali che non riusciranno mai a farle funzionare (ma sono nei comuni degli Assessori di questa Giunta). Da questa sanità scapperanno sempre più cittadini e operatori. Ma gli annunci del centrodestra, spalleggiato dal consigliere Tulli, non perderanno mai vigore. Promettere, promettere, promettere, questo è il mantra della Giunta e dei suoi sostenitori. Poi, si farà quel che si può, di solito nel modo sbagliato nel posto sbagliato. Caro consigliere Tulli, questa sera ne vedremo delle belle».

«Hanno impoverito la sanità e ora se ne riscoprono paladini» L’affondo di Tulli contro il Pd



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