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Messa e fiaccolata per il 16enne Giuseppe Lenoci, il vescovo: «Il dramma non finisca nel dolore ma nella speranza» (Video e Foto)

MONTE URANO - Alle 18 celebrazione eucaristica in ricordo del 16enne tragicamente scomparso un anno fa in un incidente stradale mentre svolgeva un percorso alternanza scuola-lavoro. «Cercherò di guardare avanti ricordando quello che eri, fratellone. Mi mancano la tua voce e le nostre risate. Sei e sarai il mio ricordo più bello» le parole del fratello Maicol
I messaggi di cordoglio durante la Messa in ricordo del 16enne Giuseppe Lenoci a un anno dalla sua scomparsa

di Francesco Silla (foto e video Simone Corazza)

La comunità di Monte Urano si stringe attorno alla famiglia Lenoci oggi 14 febbraio in occasione della messa e della fiaccolata in ricordo del 16enne Giuseppe Lenoci, ad un anno esatto dalla sua scomparsa a causa di un terribile incidente stradale a Serra de’ Conti durante il suo periodo di alternanza scuola-lavoro.

Ad un anno di distanza dalla scomparsa di Giuseppe Lenoci, 16enne si Monte Urano, a causa di un incidente stradale avvenuto durante il periodo di alternanza scuola-lavoro, nella chiesa centrale di Monte Urano si è tenuta una toccante celebrazione eucaristica in suo ricordo, presieduta dall’arcivescovo di Fermo, monsignor Rocco Pennacchio. Tra la gente, presenze discrete quelle delle sindache di Monte Urano e Serra dei Conti.
Il vescovo, con intorno i compagni di squadra di Giuseppe, ha introdotto così la funzione: «Un momento di dolore, c’è tanta rabbia ma dobbiamo lasciar scorrere questi momenti ed aprirci all’Eucaristia. È un momento di condivisione e commozione si, ma anche di speranza».

Ascolta la notizia:

La famiglia e qualcuno in chiesa hanno indossato una maglia in ricordo di Giuseppe con la frase: “L’uomo potrà sfuggire alla giustizia umana ma non a quella divina“.

«Esprimo la vicinanza della nostra diocesi alla famiglia di Giuseppe, ai genitori, ai famigliari, al fratello e a tutti gli amici. Quando c’è un dolore forte, purtroppo – ha continuato poi il vescovo durante la funzione – la natura umana non ci consente di sostituirsi a una persona che soffre. Possiamo capire e comprendere ma non sollevare e sostituire il dolore. Possiamo però condividere, con solidarietà. Siamo solidali coi dolori e con le gioie e cerchiamo di viverle insieme, sperando che sia di sollievo a coloro che dopo un anno vedono una ferita non rimarginata, che anzi si riapre continuamente. Questa vicenda però non può finire con il dolore».

A fine funzione i messaggi di parenti e amici in ricordo di Giuseppe: «Ti fai sentire nei momenti di debolezza per dare forza. Senza di te è stato un anno lunghissimo. Cosa ci facevi lì quel 14 febbraio? Domanda che speriamo trovi una risposta e porti a un miglioramento dell’alternanza scuola-lavoro. Un lavoro che ti ha portato via dalla tua passione, il calcio».

«Cercherò di guardare avanti ricordando quello che eri, fratellone. Mi mancano la tua voce e le nostre risate. Sei e sarai il mio ricordo più bello» le parole del fratello Michael.

“Segna per noi da lassù” la scritta che campeggia su uno striscione, ricordando la passione calcistica di Giuseppe. Stesso dicasi per quel “Len 9”, l’abbreviazione del suo cognome con tanto di numero di maglia. Ma sono comparse anche scritte come “Di scuola-lavoro non si può morire”, tra palloncini e cuori colorati, quasi in un groviglio di emozioni tra la disperazione e la rabbia.

Ma oltre al dolore, al ricordo, allo strazio, l’altro concetto ribadito a chiare note è quello della ricerca della verità, della giustizia. Il tutto con un minimo comun denominatore: la forza nell’affrontare la disperazione, una forza che si impreziosisce di gesti di solidarietà come quello dell’imprenditrice Elisabetta Pieragostini, della “Dami”, che ha aperto le porte della sua azienda a Francesca e ribadendo, davanti all’altare, vicinanza alla famiglia Lenoci.

Il parroco di Monte Urano ha voluto poi ricordare che, nel dolore, la famiglia Lenoci, si diceva della generosità che va oltre ogni dramma, ha accolto una donna ucraina in fuga dalla guerra. La madre Francesca, insieme al papà Sabino, al fratello Michael e alla zia Angela, ha ringraziato tutti i presenti che si sono stretti nel ricordo del suo adorato Giuseppe.

In seguito la comunità si è riunita in una commovente fiaccolata che, partita da piazza della Libertà e con un’auto della Polizia a fare strada, è arrivata fino al cimitero per un ultimo saluto al 16enne che ultimo non sarà mai «perché il suo ricordo vivrà per sempre» la chiosa, bisbigliata, di un amico con le mani agli occhi pieni di lacrime.

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