di Daniele Iacopini
Comodato d’uso gratuito di tre anni, rinnovabile. Il parco di Monte Cacciù passa dalla Steat al comune di Fermo, risolvendo almeno per il momento una diatriba che nelle ultime settimane ha visto protagonisti, nell’ordine, il nuovo presidente Remigio Ceroni, l’ex presidente Fabiano Alessandrini, il Partito Democratico tramite gli interventi dei consiglieri provinciali e le associazioni ambientaliste. Tutti, a vario titolo, hanno detto la loro su gestione della Steat, bilancio della società, vendita di proprietà come l’area Santa Lucia e, appunto, Monte Cacciù, necessità di trovare soluzioni idonee al parco mezzi e alla situazione economica senza tuttavia alienare aree di interesse pubblico. E ieri una conferenza stampa ha messo un primo freno proprio ad una delle eventualità più preoccupanti per dem e ambientalisti: il parco non si vende e passa in comodato al comune.
Contestualmente, sul proprio profilo Facebook, il primo cittadino di Fermo, Paolo Calcinaro, ha voluto comunicare l’avvenuto accordo con la Steat, definendola «una operazione solo positiva per Fermo e il territorio» senza tuttavia rinunciare ad accennare a quanto accaduto. «Un interrogativo mi lacera sulle polemiche politiche dei giorni scorsi – ha scritto Calcinaro – tre anni fa ci furono ben due bandi di vendita. Perché la Steat allora non fu oggetto di uguali polemiche? A voi le risposte del mistero…».
In merito al parco di Monte Cacciù, il sindaco sottolinea: «E’ un posto molto bello, lo faremo scoprire a quei cittadini del territorio che ancora non lo conoscono. E cercheremo di farlo organizzando magari giornate ad hoc». Paolo Calcinaro appare soddisfatto della soluzione trovata. Ci ha lavorato per qualche giorno, assieme all’assessore all’ambiente Alessandro Ciarrocchi, e poi ha fatto la proposta. Prossimo passo, la definizione di un Piano di gestione e valorizzazione dell’area. «Convocheremo le associazioni, con cui ci siamo già confrontati prima di prendere la decisione, e faremo in modo che vengano coinvolte tutte le sensibilità ambientaliste», annuncia Calcinaro.
L’impressione è che questo possa essere un modo per superare le divergenze del passato (si pensi alle polemiche sul Jova beach party) e per chiamare tutti all’assunzione di responsabilità su un bene comune che aspetta solo di essere valorizzato.
L’area, a detta del primo cittadino, potrà essere fruita per «passeggiate nel verde, momenti di relax o anche per momenti romantici». Ma, come detto, la gestione non potrà essere in carico all’Asite o al Comune. «Sì, serve assolutamente il coinvolgimento delle diverse associazioni – sottolinea il sindaco – l’Asite infatti non potrà essere sufficientemente metodica per la gestione del parco, dovendo prendersi cura della città e di un territorio già molto ampio. Né il Comune da solo può portare avanti la necessaria opera di valorizzazione. Per questo andremo a confrontarci nel merito per fare in modo di raccogliere idee per soluzioni più inclusive».
Tempistiche? «Un mese, un mese e mezzo serve tutto – continua Calcinaro – anche per definire le modalità operative. Non escludo anche il coinvolgimento di alcune professionalità che hanno già collaborato con il Comune. A Monte Cacciù è presente, per esempio, un ecosistema complesso e una varietà di vegetazione che andranno anche studiati. Per questo la competenza di un botanico come Manuel Tiburtini, dottorando dell’Università di Pisa e che ha già collaborato con noi per l’area del fratino, potrebbe essere molto utile».
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