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Cesetti (Pd) contro la Giunta regionale e Calcinaro: «La destra affonda la sanità fermana con l’avallo del sindaco del Comune capoluogo»

FERMANO - Il consigliere regionale del Partito Democratico non ha dubbi: «La riorganizzazione della sanità regionale, approvata lo scorso agosto e che entrerà in vigore dal 1° gennaio, danneggerà pesantemente anche il sistema sanitario della nostra provincia»

Fabrizio Cesetti

 

«La risposta alla imbarazzante auto celebrazione con cui la giunta regionale ha scelto di propagandare la riorganizzazione della sanità durante la Giornata delle Marche al Teatro dell’Aquila, l’ha data questa mattina Il Sole 24 Ore pubblicando la classifica sulla qualità della vita che vede Fermo sprofondare per quanto concerne i temi legati alla sanità. Un dato che preoccupa, ma non sorprende se si guarda alle scelte compiute negli ultimi due anni dal centrodestra salito alla guida della Regione Marche. Scelte colpevolmente avallate dal sindaco di Fermo». A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti

«Un quadro – seguita il consigliere dem – destinato inevitabilmente a peggiorare. Contrariamente a quanto abbiamo sentito in questi giorni, infatti, la riorganizzazione della sanità regionale, approvata lo scorso agosto e che entrerà in vigore dal 1° gennaio, danneggerà pesantemente anche il sistema sanitario della nostra provincia. Ed è sconcertante, oltre che preoccupante, che il sindaco di Fermo si dichiari soddisfatto di questa pseudo riforma, dimostrando così di non comprendere i rischi che incombono sulla sanità locale. Una riforma finta che non assegna alcuna risorsa aggiuntiva agli enti del Servizio sanitario regionale per il superamento delle disomogeneità territoriali e per un necessario riequilibrio di tutti i territori provinciali in termini di posti letto, risorse umane e strumentali e reti cliniche. Non si capisce, in particolare, come possa Calcinaro, anche in veste di presidente della Conferenza dei sindaci, abbracciare un modello che, accentrando i poteri e decentrando le responsabilità delle sole inefficienze, andrà a creare ulteriori disparità tra i territori a dispetto della sbandierata autonomia. Altro che conferire loro maggiore peso!».

«Eppure – spiega Cesetti – dovrebbe essere evidente che l’istituzione di cinque aziende sanitarie territoriali dotate di personalità giuridica, senza il ruolo di camera di compensazione svolto fino a oggi dall’Asur Marche, creerà una odiosa competizione tra una provincia e l’altra. A farne le spese, purtroppo, sarà soprattutto la sanità fermana, proprio nel momento in cui, con i lavori che procedono spediti verso il completamento del nuovo ospedale, ci sarebbe bisogno da parte della Regione Marche di tutto il supporto economico, organizzativo e finanziario possibile al fine di raggiungere pari condizioni con le altre province in merito all’assegnazione e al potenziamento dei servizi».

«Con buona pace delle illusioni del sindaco di Fermo e delle promesse della giunta regionale – conclude Cesetti – tutto ciò non sarà invece possibile. Come abbiamo più volte denunciato, il modello disegnato dal centrodestra, oltre a mostrarsi incoerente con la legislazione nazionale, tanto da essere stato oggetto di rilevi da parte del governo (gli stessi da me evidenziati più volte in consiglio regionale), è gravemente viziato da numerose criticità, frutto di tanta incompetenza e approssimazione. Pensiamo in particolare alla mancata revisione del Piano regionale socio sanitario, che avrebbe dovuto precedere la riforma per valutarne l’impatto economico-finanziario, individuare gli obiettivi e stanziare le risorse aggiuntive, affinché le stesse aziende territoriali non diventino scatole vuote, con forti ripercussioni sui servizi».



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