di dott.ssa Eliana Quintili *
L’atteso decreto attuativo per beneficiare dell’indennità contro il caro prezzi è stato firmato ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sia da Daniele Franco per il Ministero dell’Economia che da Andrea Orlando per il Ministero del Lavoro; il decreto riporta le prime istruzioni e in particolare i dati che autonomi e professionisti dovranno dichiarare tramite una istanza per presentare la domanda che avverrà, per tutte le categorie interessate, probabilmente il 15 settembre con la formula del click day.
Per beneficiare del bonus 200 euro le partite Iva interessate (potenzialmente 3,3 milioni secondo i dati del Ministero), dovranno dichiarare di possedere i seguenti requisiti: essere lavoratori autonomi/liberi professionisti, non titolari di pensione; non essere percettori della stessa indennità in altra formula; non aver percepito nell’anno di imposta 2021 un reddito complessivo superiore all’importo di 35.000 euro; essere iscritti alla data di entrata in vigore del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 ad una delle gestioni previdenziali dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) o degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza ed assistenza di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103.
Molte sono le criticità che riguardano il decreto, di fatto gli importi messi a disposizione (600.000, milioni di euro) sono giudicati dalle varie associazioni di categoria potenzialmente insufficienti a coprire la platea dei beneficiari (3.3 milioni di partite iva), inoltre la modalità stessa di presentazione della domanda (click day e quindi ordine cronologico) penalizzerà coloro che pur avendone i requisiti, agiranno con meno celerità.
Ed è proprio sulle modalità di presentazione della domanda, ovvero il Click day, oltre che sull’importo minimo, che, come Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, abbiamo espresso le nostre perplessità.
La logica stessa del click day, infatti va a premiare (in caso di incapienza delle risorse) il più veloce e non chi ne ha effettivamente bisogno; inoltre il fare consulenza e istruire ed inviare una pratica per importi così bassi che di fatto non risolvono il problema, rischia da un lato di ridurre ulteriormente il contributo, dall’altro di svilire la professionalità dei consulenti; sarebbe stato molto più semplice, visto che si tratta comunque di un contributo a pioggia demandare all’Inps e alle varie casse l’invio automatico agli aventi diritto del contributo (come è avvenuto per i contributi covid).
In ogni caso però come Consiglio Nazionale riteniamo che si debba passare dalla logica dell’emergenza alla logica della programmazione, ovvero passare a logiche sistemiche di politica fiscale e contributiva che vadano verso il rilancio globale dell’economia del nostro paese, ridando vigore alle attività di tanti autonomi, professionisti ed imprese piccole e grandi che rappresentano la la spina dorsale del sistema Italia
* Consigliere nazionale Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
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