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«Candidatura a sindaco? Sono pronto». Alessandrini esce allo scoperto a Zoom di Radio FM1 (Videointervista)

SANT'ELPIDIO A MARE - L'intervista all'ex segretario provinciale Pd ospite della puntata di Zoom, ieri sera, ai microfoni di Radio FM1: «Appartenere a un partito non lo vedo come un peso, anzi è una garanzia per i cittadini. Il civismo? Chi è senza partito scagli la prima pietra»
L'intervista, a Radio Fm1, a Fabiano Alessandrini ospite di Zoom

Fabiano Alessandrini

di Pierpaolo Pierleoni

Da mesi il suo nome circola con insistenza per la candidatura a sindaco di Sant’Elpidio a Mare la prossima primavera. Ieri sera, ospite di Zoom, ai microfoni di Radio FM1, Fabiano Alessandrini, intervistato dal giornalista di Cronache Fermane, Pierpaolo Pierleoni, presente anche il direttore di Cronache Fermane, Giorgio Fedeli, pur con tutte le cautele del caso ha confermato la disponibilità a correre per la fascia tricolore.

«Non mi piace mettere il carro davanti ai buoi, le decisioni si prendono insieme. Io credo di avere l’esperienza e le capacità necessarie – dice il presidente Steat ed ex segretario provinciale del Pd – E’ la città dove vivo, sono nato e cresciuto, è naturale che mi piacerebbe essere sindaco, ma non basta il nome, serve un progetto, un’idea di città».

La scorsa settimana anche il primo cittadino di Fermo Paolo Calcinaro ha espresso il suo pensiero su Alessandrini “collega” sindaco, considerandolo un valido amministratore, ma con l’invito a spogliarsi dai condizionamenti del Pd. «Ringrazio Calcinaro per la stima – la risposta del presidente Steat – Credo che chiunque, andando ad amministrare, diventi di fatto civico, nel senso che deve rappresentare un’intera comunità ed anteporre a tutto gli interessi della città. Il partito non è un peso, anzi, io lo vedo come una garanzia per i cittadini. Può capitare che un sindaco senza una struttura alle spalle si senta una sorta di podestà, legittimato a fare qualsiasi cosa. Il partito ti richiama a rispondere alle tue responsabilità ed a determinati valori, ti chiede un percorso partecipativo delle scelte».

Sulla sua strada verso la guida di Sant’Elpidio a Mare, Alessandrini trova però la preferenza di parte di alcuni alleati, in primis il sindaco uscente Alessio Terrenzi e la sua lista Partecipazione democratica, per una figura civica. Terrenzi nelle ultime settimane ha anche auspicato una coalizione larghissima, il più possibile inclusiva anche di altre forze politiche, se pur senza simboli. «Io ho molto rispetto di Alessio, credo che abbia amministrato bene in questi anni e lo ha fatto insieme al Pd. Ma non vedo un’emergenza cittadina che richieda una coalizione alla Draghi. C’è anche da capire cosa significhi essere civici. Se io, Putzu, Lucentini, Marcozzi ci togliamo il simbolo di Pd, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, diventiamo magicamente civici? Non mi sembra serio. La stessa Partecipazione democratica è una lista civica con una radice chiaramente di centrosinistra, ha governato in questi anni insieme a Pd e Udc, in precedenza anche con l’Italia dei valori. Insomma, chi è senza partito scagli la prima pietra».

Da ex vice segretario regionale Dem, che ha vissuto in prima persona la campagna elettorale per le Regionali 2020 che ha portato all’affermazione del centrodestra, Alessandrini non nasconde un rimpianto. «Il rimpianto è stato non aver ricandidato il governatore uscente Luca Ceriscioli. Non lo dico ora, sono sempre stato ‘ceriscioliano’. Maurizio Mangialardi era un ottimo candidato e ha fatto quello che poteva, ma quando la tua coalizione ed il tuo partito per primi fanno un passo indietro sulla figura che ha guidato la Regione per 5 anni, diventa difficile convincere l’elettorato a darti fiducia. Ceriscioli ha dovuto attraversare enormi difficoltà nel suo mandato, a partire dal terremoto, ma è una figura con lucidità e competenze che raramente ho visto tra gli amministratori pubblici. Ha svolto un ottimo lavoro e durante la prima fase della pandemia si è dimostrato un gigante».

Un accenno anche al lavoro di 15 anni alla presidenza della Steat, che tra qualche mese potrebbe finire. «Lascio in eredità una società solida, non lo dico io ma lo riconoscono enti terzi. Non so chi verrà dopo di me, nel Consiglio di amministrazione ci sono figure con le competenze adatte. L’anno scorso l’acquisto dell’area ex Santa Lucia ha avuto anche momenti drammatici, eravamo letteralmente barricati in sede, abbiamo subito anche pressioni molto forti e da alcuni attori mi sarei aspettato un aiuto diverso. Ma credo che alla fine si sia compiuta un’operazione saggia a garanzia della proprietà pubblica di quel sito».

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