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Terrenzi al vetriolo: «Alessandrini non è il candidato della maggioranza. Ecco quello che è successo»

SANT'ELPIDIO A MARE - Il sindaco: «Il nome di Norberto Clementi avrebbe potuto permettere di chiudere il cerchio e di avere unità nella coalizione addirittura allargata». Stilettata a Belletti

Il sindaco Alessio Terrenzi

«Alessandrini non è il candidato di questa maggioranza». Non indietreggia il sindaco Alessio Terrenzi sul nome di dell’ex segretario provinciale dem come candidato sindaco. E non manca di replicare al coordinatore di Partecipazione democratica Franco Belletti: «I veti sulle persone li ha imposti lui, Belletti,  e lo ha fatto proprio a discapito dei nomi proposti dal gruppo che lui coordinava: Alessio Pignotti e Matteo Verdecchia. Questa è la cosa più triste che si è verificata, questo vuol dire che lui stava lavorando dall’interno contro la sua lista Partecipazione Democratica a favore del candidato del Pd».

Va giù pesante Terrenzi: «Il veto su Alessandrini non è sulla persona ma abbiamo parlato sempre di opportunità e di unità della coalizione uscente allargata a sinistra ed al centro: questo candidato non trova la sintesi, all’ultimo tavolo è stato addirittura proposto Norberto Clementi da un esponente che appoggia Alessandrini. Questo è significativo: si capisce che anche gli altri si trovano in difficoltà ed avrebbero preferito una coalizione unita ad una forzatura. Un nome, quello di Clementi, che avrebbe potuto permettere di chiudere il cerchio e di avere unità nella coalizione addirittura allargata. Noi di Partecipazione Democratica non volevamo per forza il candidato sindaco, infatti sono stati ritirati i nostri nominativi dal tavolo proprio per cercare di mantenere l’unita ed invece il Pd è andato avanti spedito su Alessandrini nonostante solamente due gruppi su tre della coalizione uscente lo accettasse. Questo cosa significa? Che lui e Belletti stanno facendo tutto insieme per questioni politicamente personali. Contattano i consiglieri per cercare di portarli con loro offrendo ruoli come se a questi consiglieri interessasse solamente il ruolo più che il progetto della città. Noi non ci stiamo a questo modo di fare.
Se proprio vogliamo dirla tutta so con certezza, perché è con me che ha parlato, che Alessandrini ha promesso un ruolo in seno alla sua ipotetica amministrazione futura a Belletti, sostenendo che nel tempo ha fatto tanto e non ha mai avuto riconoscimenti, per cui le questioni personali sono evidenti.
Io non ho mai detto sì alla candidatura di Alessandrini perché è vero che ci siamo incontrati e ne abbiamo discusso ma ho sempre detto “vediamo” in merito alla sua candidatura perché non è mia competenza scegliere da solo, così come non sarebbe competenza mia e di Belletti da soli, per un’intera coalizione e, soprattutto, senza ascoltare la lista. Io non ho mai deciso da solo perché faccio parte di un gruppo e i ruoli vanno rispettati: il modo di decidere del Pd non mi è mai piaciuto ed è per questo che nel 2012 io e parecchi amici siamo usciti dal partito.
Ora, alla luce dei fatti, mi sono confrontato con il gruppo e, insieme, abbiamo ritenuto impossibile tornare a 30 anni fa: il metodo del Pd sarebbe un netto ritorno al passato mentre noi siamo proiettati verso il futuro. Avrei potuto starmene tranquillo, allineato e coperto, assicurarmi un ruolo e tirare avanti invece non ho messo al primo posto la mia personale aspirazione politica sacrificando quella di un progetto per la città. Noi siamo abituati al gioco di squadra e non a lavorare per una o due persone.
In riferimento alla mia dichiarazione relativa al fatto che Belletti, nell’ultimo anno, abbia lavorato per il Pd vorrei fornire delle precisazioni. Su quello che ha fatto in precedenza niente da dire.
Vorrei ricordare che otto anni fa c’è stato un allargamento di maggioranza. Io avrei dovuto ringraziare il Pd? È stato un accordo condiviso a cui si è arrivati per il bene della città, per portare a termine un mandato. Io avrei concluso tranquillamente la mia esperienza ma loro mi hanno contattato per ricandidarmi. Ci eravamo detti di arrivare a chiudere il mandato poi dopo tre anni l’esperienza si sarebbe chiusa mentre nel 2016 mi hanno chiamato dicendo che secondo loro mi sarei dovuto ricandidare e che non sarebbero servite le primarie: stavo terminando il mandato, questa è la mai passione, ci ho riflettuto ed ho accettato. Facendo questo non è che hanno fatto un piacere a me, io avrei anche potuto non fare più il sindaco: mi hanno fatto una richiesta e mi sono messo a servizio della città. Non credo che debba essere io a ringraziare loro, semmai il Pd, che aveva perso le elezioni nel 2012, avrebbe dovuto ringraziare me per aver avuto, proprio con l’allargamento, la possibilità di rientrare in gioco e poter governare la città dopo la cocente sconfitta avuta per volere dei cittadini. Pur avendo perso le elezioni il Pd è entrato di maggioranza ed ha avuto anche un assessore. Lì abbiamo scelto di ricompattare il centrosinistra e adesso sono gli stessi che lavorarono con me in quel frangente a spaccare di nuovo il centrosinistra. Di certo non siamo noi che operiamo in questo modo, noi che ci siamo chiaramente espressi per essere il più inclusivi possibile. Per essere chiaro, Belletti dice che è mio garante ma io, onestamente, non ci tengo proprio.
In merito alle primarie e al fatto che si è perso tempo, se la colpa è di Partecipazione Democratica allora Belletti dovrebbe dare tale colpa solo a sé stesso perché, come gli è stato detto nell’ultima riunione, ha fatto in modo di portarla per le lunghe perché evidentemente c’era già l’accordo con Alessandrini.
In merito al “no” su Alessandrini, ciò emerge dal fatto che la sua candidatura arriva da una forzatura, non rispetta il documento firmato dai componenti di Partecipazione Democratica, non è una persona inclusiva ma che divide, non trova la sintesi sulla maggioranza uscente e ne è prova il fatto che la scelta del suo nome è minoritaria, fatta con il coordinatore di Partecipazione Democratica. Su 5 gruppi lo vogliono solamente due e poi, lo ricordo ancora una volta, torna la questione delle primarie non accettate e quindi non è legittimato dal popolo».

«Per non dire, poi, che ad un certo momento – conclude il sindaco – si dovrebbe capire da soli che è arrivato il momento di farsi da parte visto che più di 20 anni fa già faceva il vicesindaco dell’amministrazione Offidani, bocciato per una candidatura nel 2004. Poi il suo ruolo per la presidenza alla Steat che sta ricoprendo da 15 anni. Tutto questo non può essere taciuto. Crediamo che serva un pò di freschezza e rinnovamento per il prossimo candidato alla carica di sindaco. Possibile che ci sia solo lui a Sant’Elpidio a Mare? La maggioranza di Partecipazione Democratica questo chiedeva: non voleva assolutamente rompere con nessuno, ci è dispiaciuto che ci è stata sbattuta la porta in faccia e volevamo solo continuare il nostro progetto iniziato circa 10 anni fa. Siamo dispiaciuti per questa forzatura che a questo punto creerà una spaccatura insanabile semplicemente per giochi di potere, per scelte fatte nelle segrete stanze, da tre persone e non condivise, come volevamo noi, con i cittadini». E in chiusura Terrenzi allega anche una missiva inviata ai segretari di partito lo scorso 23 febbraio «a completamento di quando detto».

(clicca per ingrandire)

 



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