“Gentilissimo sindaco, viste le sue note con protocollo numero 11065 del 11/05/2020 e 11520 dello scorso 16 maggio, tutte di pari oggetto, come presidente dell’Avis Regionale Marche ritengo opportuno rappresentare la situazione attuale, evitando che vengano distorte informazioni o, peggio, possano indurre a false aspettative”.
Inizia così la missiva ufficiale firmata da Massimo Lauri ed indirizzata al primo cittadino elpidiense, Alessio Terrenzi, in risposta ad alcuni interventi mediatici resi pubblici nei giorni scorsi.
“L’associazione tiene a precisare – prosegue il numero uno Avis – che il sindaco non ha contattato né l’Avis Provinciale né l’Avis Regionale per avere informazioni su argomenti come la sperimentazione del plasma iperimmune e test sierologici, che sono seguiti dal Dipartimento Interaziendale Regionale di Medicina Trasfusionale (Dirmt), dal Centro Regionale Sangue (Crs), dal Servizio Salute Regionale, che si confrontano a livello associativo con l’Avis Marche”.
“In prima analisi mi preme precisare, proprio per evitare false informazioni, che quando parliamo di sperimentazione per la donazione di plasma iperimmune, parliamo di pazienti guariti dalla malattia del Covid 19 – precisa Lauri -. Premetto che, come Avis Marche, presi dall’entusiasmo di avere altre vie per combattere il Covid 19, abbiamo presentato richiesta al Servizio Salute della nostra Regione per inserire i test sierologici tra gli esami di idoneità dei donatori di sangue. Nel frattempo ci siamo confrontati con Avis Nazionale e le altre Avis Regionali, con il Dipartimento Trasfusionale (Dirmt), il Centro Ragionale Sangue ed abbiamo recepito le direttive del Centro Nazionale Sangue”.
“Nelle varie pubblicazioni l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) riporta che un test anticorpale positivo indica se la persona è stata infettata da Sars Cov 2, ma non indica necessariamente se gli anticorpi sono neutralizzanti, se una persona è protetta e per quanto tempo e se la persona è guarita. Si ritiene, pertanto, opportuno in tali casi, l’esecuzione del test molecolare – prosegue il comunicato Avis -. Trattandosi di argomentazioni strettamente mediche, l’Avis Regionale, viste le raccomandazioni del Centro Nazionale Sangue, ha ritenuto, al momento, di non proseguire nella richiesta di inserire gli attuali test sierologici tra gli esami di idoneità al momento della donazione. Si aggiunge, anche, che tale test potrebbe portare benefici, certamente, in zone ad alto contagio”.
“Come vede, l’Avis, a tutti i livelli associativi è stata, in ogni momento di questa imprevista e assurda pandemia, attenta ad ogni problematica, in prima linea per riorganizzare la raccolta dove chiusi o trasferiti Centri Trasfusionali o di Raccolta, a garantire la sicurezza dei donatori, a mantenere un adeguato afflusso di donatori a garanzia dell’autosufficienza, senza mai lasciarsi influenzare da richieste emotive, illogiche e/o strumentali – le argomentazioni che giungono all’epilogo -. Se da una parte la ringrazio per il vivace interessamento, dall’altro mi rammarica che Avis Regionale Marche, Nazionale, Provinciali e Comunali possano essere considerate disattente alle problematiche legate alla donazione ed ai donatori che, sono e siamo, anche noi Dirigenti siamo donatori, finché possiamo, l’anima delle nostre Associazioni. Avis è da sempre un punto di riferimento nell’intero tessuto sociale del nostro Paese proprio perché attenta al territorio ed alle persone”.
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