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Covid19 La ricetta di Uni.Co.
per frenare il tracollo: “I residuali
del bilancio regionale subito alle imprese”

VIRUS - Il dg Mariani: "Ci potrebbe essere nelle Marche una disponibilità di circa otto milioni di euro, sufficiente per dare una prima risposta a imprenditor". Il presidente Paradisi: "La lungimiranza rischia di essere appannata se non si colgono le potenzialità che sono dentro lo strumento Confidi"

Paolo Mariani (foto dal sito www.uni-co.eu)

Ci sono all’interno del bilancio della Regione Marche fondi residuali che dovrebbero essere messi velocemente a disposizione del sistema produttivo marchigiano utilizzando i Confidi: fare diversamente sarebbe difficilmente comprensibile”.

A dirlo è Paolo Mariani, direttore generale di Uni.Co., strumento che le imprese hanno per accede ai finanziamenti bancari, “ma anche per fare credito diretto, accanto all’intervento degli istituti di credito e, di conseguenza, accorciando i tempi dell’erogazione. La crisi sanitaria che sta generando una altrettante grave crisi economica, che rischia di generarne un’altra sociale – aggiunge – ci insegna che il paziente va prima stabilizzato e poi curato”. Secondo Mariani ci potrebbe essere nelle Marche una disponibilità “di circa otto milioni di euro, sufficiente per dare una prima risposta a imprenditori che in questo momento sono molto preoccupati”. Il target individuato dal direttore generale di Uni.Co. è quello delle micro e piccole imprese, soprattutto nei comparti della manifattura, dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi.
La proposta si regge su alcune considerazioni preliminari: “Il sistema bancario, dopo la fase dell’emersione dei crediti deteriorati, è comunque costretto a fare i conti con norme molto stringenti: pertanto fa fatica a dedicare la giusta attenzione a un tessuto di micro e piccole imprese. Sono loro che hanno oggi più bisogno di liquidità, attraverso un servizio di prossimità, la cui erogazione da parte delle banche non può essere strettamente subordinata alla marginalità economica. Negli ultimi 10 anni, il ricorso al Fondo Centrale di Garanzia non ha generato di per sé un incremento dei volumi di credito a favore della micro e piccola impresa, pertanto è solamente da una collaborazione tra garanzia pubblica e privata che si può generare un circolo virtuoso in termini di erogazione di liquidità alle imprese”. Il direttore generale di Uni.Co. preferisce sgombrare il campo da ogni dubbio: “Non c’è alcuna competizione in atto tra il sistema dei Confidi e quello del Credito, nessuno ostacola l’altro: le risposte si danno lavorando insieme, facendo sistema”.

Maurizio Paradisi (foto dal sito www.uni-co.eu)

Il presidente del Confidi, Maurizio Paradisi, ricorda che “proprio Uni.Co. è il risultato finale di un percorso, durato due anni, e voluto fortemente dal presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, e dall’assessora Manuela Bora, che ha messo insieme 4 Confidi regionali con l’obiettivo di fare massa critica, sia dal punto di vista della solidità economica che da quello dei servizi”. “Certo, anche noi abbiamo il compito di migliorare ancora la nostra efficienza e le performance – conclude il direttore generale Mariani – ma la lungimiranza che era alla base di quella scelta strategica solo due anni dopo rischia di essere appannata se non si colgono le potenzialità che sono dentro lo strumento Confidi.
Il 2019 si è chiuso per Uni.Co. con uno stock di garanzie fidejussorie pari a oltre 300 milioni (crescendo rispetto all’anno precedente) e con oltre 4 mila pratiche deliberate nel corso dell’anno, un trend positivo che è proseguito nei primi due mesi del 2020″.



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