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Gli esercizi pubblici si ribellano:
“Sindaco, ecco le nostre chiavi,
le rovesci sul tavolo del Governo” (Video)

PORTO SANT'ELPIDIO - Il sindaco Franchellucci appoggia la protesta:"Avete ragione, sono molto deluso dalla mancanza di risposte del Governo"

di Pierpaolo Pierleoni

Erano in tanti, almeno una sessantina. Distanziati, ma più che mai compatti. Il volto coperto dalle mascherine, ma la voce chiara ad esprimere amarezza e angoscia per un futuro che oggi si presenta più che mai incerto. Si sono presentati stamattina davanti all’ingresso del comune di Porto Sant’Elpidio, ristoratori, baristi, concessionari balneari, alcuni titolari di attività recettive, per consegnare simbolicamente al sindaco Nazareno Franchellucci le chiavi delle loro attività. Ieri sera hanno aderito alla manifestazione di protesta Risorgiamo Italia, organizzata da movimenti di imprenditori Ho.Re.Ca. (che sta per alberatori, ristoratori e caffetterie), che hanno acceso insegne e luci dei loro locali, per rappresentare la speranza condivisa di avere la possibilità di ripartire.

E’ una rivolta contro il governo Conte e l’ultimo Dpcm, col titolare del Gambero e di Sette Mari, Piero De Santis, a dar voce ad una lettera aperta, condivisa in queste ore da esercenti di tutta Italia, davanti al primo cittadino. “Esprimiamo un secco rifiuto a una modalità di apertura che ci consegni a fallimento sicuro – le parole del ristoratore – Le nostre attività sono state chiuse per decreto, i ricavi azzerati, siamo stati privati del nostro lavoro e delle libertà. Consapevoli del dramma sanitario che si stava abbattendo sul paese, abbiamo accettato questi enormi sacrifici di buon grado. Oggi, con una sola voce, vogliamo manifestare in migliaia la delusione di chi è stato lasciato solo con le proprie spese, i dipendenti, gli impegni economici pregressi e le incertezze future. A fronte della nostra grande disponibilità, l’azione del governo fino ad oggi si è dimostrata tardiva ed insufficiente. Ci è stata premessa liquidità e non ci sono arrivate neanche le dovute garanzie. Quando si parla di fase due o fase tre, vengono contemplati parametri insostenibili, distanze incolmabili con una riduzione del 70% dei coperti disponibili e tutte le responsabilità a carico dei gestori. Aprire con il 30/40% dei ricavi ed il 100% dei costi. Questo è un gioco al massacro cui non vogliamo partecipare”.

De Santis prosegue evidenziando che “i 600 o gli 800 euro non ci servono a nulla, non bastano neanche a coprire le bollette. Vogliamo certezze per tornare a fare il nostro lavoro. Stamattina questo gesto simbolico serve ad esprimere la volontà di tornare in piena attività. Produrre occupazione e generare passioni sono la nostra vocazione”. Al termine della lettura, la consegna simbolica al Sindaco di una chiave di un pubblico esercizio: “Le chiediamo di rovesciarla sul tavolo di chi ci governa”.

Parole che il sindaco Franchellucci, indossando la fascia tricolore, apprezza e condivide. E’ evidente che stiamo vivendo qualcosa di inimmaginabile. Condivido questa manifestazione, che si traduce nella sollecitazione al sindaco per cercare non solo di anticipare i tempi di riapertura, ma dare delle certezze che fino ad oggi nessuno è stato in grado di fornire. Risposte che non hanno saputo a dare nè a voi, né a chi come me è chiamato a guidare una città e dovrebbe dare ai suoi concittadini e operatori indicazioni”.

“Non accetto che voi esercenti siate definiti irresponsabili – prosegue il sindaco rivierasco – Molti di voi hanno iniziato a chiudere ancora prima del lockdown, consapevoli della situazione di emergenza. In queste settimane, con la consegna a domicilio, avete svolto un ruolo sociale, non imprenditoriale, perchè non sono certo quei pochi pasti che consegnate a casa a mandare avanti le vostre attività. Ora pretendete risposte e certezze. Il vostro sconforto non è solo legato alla data del 1 giugno per la riapertura, ma anche dalla mancanza di certezze economiche. Siamo in attesa del così detto ‘Decreto aprile’ ma sappiamo già che non ci saranno tutte le indicazioni necessarie. Lo dico apertamente, sono fortemente deluso dall’azione del Governo sui protocolli di sicurezza. Oggi si doveva già essere in grado di dare a tutte le attività i protocolli per sapere in che modo si potrà tornare a lavorare. Ridurre del 70% i coperti disponibili è una presa in giro e per quanto noi sindaci possiamo concedere ulteriori spazi di suolo pubblico, questi non compenseranno mai una riduzione del genere. Condivido l’esonero completo dei tributi locali. Oggi è impensabile che la Tari sia pagata al 100% dall’utenza. Mi impegno a portare questa chiave a chi la deve vedere. Siete persone che vogliono semplicemente lavorare in sicurezza e lamentano un ritardo tremendo”.

 

 

 

 



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