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“Finalmente prese in considerazione
le mie proposte, ora recuperiamo il tempo perduto”
Terrenzi non molla la presa sulla sanità

SANT'ELPIDIO A MARE - Il primo cittadino: "Conto di essere contattato dall’Asur Marche 4, per la condivisione dei percorsi, per la programmazione degli spostamenti verso l’ex distretto sanitario dei servizi affini presenti nel nosocomio cui è necessario allocarli in luogo sicuro e sempre a Sant’Elpidio a Mare; passaggio preliminare indispensabile per l’avvio di qualsiasi futuro eventuale spostamento di pazienti Covid 19"

Alessio Terrenzi

“Alla vigilia di una Pasqua molto singolare, ridisegnata nei comportamenti e nelle abitudini per via dei provvedimenti restrittivi dovuti al Coronavirus, arrivano novità in merito alle strategie di seguire per affrontare l’emergenza in atto e ciò non sfugge al sindaco, Alessio Terrenzi”.

E’ quanto annunciano, in ambito di Coronavirus, dall’amministrazione comunale di Sant’Elpidio a Mare per poi passare subito la parola proprio al primo cittadino: “Molte sono le novità sul fronte delle mie proposte atte a contrastare l’emergenza sanitaria in corso. In queste settimane ho insistito su alcune questioni fondamentali: il riutilizzo degli ospedali dismessi, gli investimenti sul territorio invece che su strutture temporanee, la prevenzione attraverso gli strumenti di mappatura dei Covid positivi ed i luoghi idonei alla quarantena al fine di non continuare a contagiarci all’interno delle famiglie. Oggi constato che molte delle mie proposte da più fronti (Regione, Prefettura, Asur Marche 4) sono state finalmente prese in considerazione. Deve essere chiaro, non sono interessato al compiacimento personale, piuttosto tengo a sottolineare che se tali proposte fossero state attuate nelle settimane precedenti, avrebbero contribuito ancora più massicciamente alla risoluzione dell’emergenza. Ovviamente non possiamo recuperare il tempo perso, ma almeno evitare di perderne altro marciando speditamente con un unico obiettivo: creare spazi adeguati sul lungo periodo, tutelando la sicurezza e la salute di tutti. Prima di commentare la nuova strategia Asur, ribadisco la mia contrarietà al progetto Covid 100 a Civitanova Marche, oggi più che mai data la fase calante dell’epidemia, viste le esternazioni del Sindaco Ciarapica che dopo lo slancio di entusiasmo iniziale in questo momento si sta ponendo interrogativi gestionali che io segnalavo da giorni, visto lo stato di fatto dell’opera che a distanza di tre settimane non è stata avviata, dato atto dell’avvio di una condivisione con le istituzioni della necessità di investire in strutture sanitarie esistenti. Ribadisco che stiamo parlando di 12 milioni di euro, una cifra che ci consentirebbe senza dubbio di riabilitare strutture che sono riattivabili sicuramente con minori risorse da mettere in campo. Chiedo nuovamente al governatore delle Marche di riflettere su questa possibilità. Ho appreso a mezzo stampa molte esternazioni dei vertici dell’Asur Area vasta 4, non nascondo che la nuova strategia messa in campo mi desta oltre che sorpresa nel cambio di rotta, comunque alcune perplessità. E vado in ordine.
Strutture Covid: per settimane ho sentito ripetermi che le strutture per accogliere i pazienti Covid dovevano rispondere ai requisiti di nosocomi di “tipo 1”, ovvero con tutti i servizi d’urgenza, ed ancora oggi a difesa del progetto Covid 100 continua ad essere così. Invece all’improvviso l’Asur sostiene che tali pazienti, (meno gravi, asintomatici, paucisintomatici) tra l’altro in misura esigua (si parla di soli 20 posti) possono essere ospitati dal nostro ospedale. Mi chiedo allora, o non era esatta la precedente teoria a sostegno del “no” alle mie idee e quindi del progetto Covid 100, o si vuole ancora tentare di utilizzare le strutture territoriali in modo marginale. Questo non era quello che chiedevamo, nè quello che permetteremo.
Programmazione sul territorio: leggo ancora, condividendolo completamente, lo sfogo del direttore Livini, il quale ci segnala finalmente che la provincia di Fermo ha un solo ospedale su cui si è potuto contare per far fronte all’emergenza e di conseguenza congelando quasi tutti e quasi completamente le altre prestazioni sanitarie. Finalmente, dice il Governatore, le altre patologie da curare restano ed il nostro sistema sanitario regionale deve garantirne la cura. Ed ancora, è vero che siamo stati contagiati meno rispetto alle province del Nord delle Marche, come dichiara Livini, ma è anche vero che nonostante ciò avere a disposizione un unico ospedale ha prodotto diverse problematiche: il blocco delle altre prestazioni, la contaminazione del sito, l’insufficienza dei posti a disposizione per far fronte ai casi Covid, e francamente non mi sembra poco. Dato lo scenario, oramai indiscutibile, ne deduco, ancora una volta, come ho ripetuto in questo mese allo sfinimento, che questa emergenza ci lascerà, o meglio ci ha già lasciato il compito di ridisegnare completamente la sanità regionale, e nel caso specifico quella provinciale. Scrivevo qualche settimana fa che purtroppo il Covid 19 non ci abbandonerà presto, cosa che gli esperti di tutto il mondo continuano a ripeterci; non potremmo pensare dunque di vivere in emergenza sanitaria per tanti altri mesi. Inoltre, gli esperti ci dicono che le epidemie da virus, sono state negli ultimi decenni sempre più ricorrenti e che continueranno ad esserlo, è inutile pensare di tamponare oggi senza programmare il domani. Oggi all’Italia è data la possibilità di investire sulla sanità anche con l’aiuto dell’Europa, dobbiamo programmare, dobbiamo valutare gli scenari futuri per non trovarci di nuovo impreparati.
Per tutti i motivi che ho descritto, date le dichiarazioni dell’Asur di questi giorni, ribadisco che c’è bisogno di una strategia molto più incisiva, ad ampio raggio, sul lungo termine, attraverso la riattivazione degli ospedali, non semplici 20 posti da assegnare a qualche paziente Covid per svuotare e decontaminare il ‘Murri’. C’è bisogno di ripensare profondamente alla medicina territoriale che in questi anni è stata smantellata, c’è bisogno che strutture come l’ospedale elpidiense siano prese in considerazione permanentemente rispetto alla gestione territoriale della sanità presente e futura, data la sua versatilità e la sua capacità di accogliere reparti di varie tipologie completamente in autonomia con pochi investimenti.
Un altro spunto che avvalora la mia tesi mi arriva dalle dichiarazioni del segretario della CISL FP Donati, il quale segnala, giustamente, date le procedure di distanziamento imposte dalla prevenzione Covid, la supposta impossibilità di ritornare ai numeri di posti letto, per la precisione 416, che vi erano prima dell’emergenza al ‘Murri’. Altro campanello d’allarme che ci deve indurre ad una strategia più ampia, verso la riqualificazione degli ospedali periferici, anche per le patologie extra Covid.
Tornando all’eventualità di accogliere i casi Covid 19, pre-critici, asimtomatici o paucisintomatici, presso l’ospedale elpidiense, cui preciso non ho alcuna preclusione, è prima indispensabile la tutela e la messa in sicurezza degli operatori attualmente presenti nel nosocomio. Ciò è realizzabile solo con lo spostamento, come ho ripetuto più volte, del punto Avis, della guardia medica e di tutti i servizi affini (oggi presenti nell’ospedale), presso l’ex distretto sanitario di via Murri, già pronto per accogliere attività di supporto alla sanità, al fine di garantire che non vi sia alcuna promiscuità di attività Covid e no Covid. Tale operazione, qualora questa amministrazione condividerà con l’Asur Av 4 l’accoglienza dei casi Covid, la considero imprescindibile per la tutela della salute di tutti gli operatori che attualmente svolgono attività nell’ospedale cittadino.
Va sottolineato inoltre che in questo mese di emergenza il presidio elpidiense ha già fatto la sua parte sul fronte dell’emergenza, in particolare nella sezione diagnostica attiva, si è occupato di oltre 300 pazienti con sospetto Covid 19, cui in attesa di tampone, si è proceduto ad utilizzare la diagnostica per immagini per confermare le eventuali polmoniti derivanti dalla malattia. Un presidio che serve non solo la nostra provincia ma anche altre limitrofe della regione. Servizio che ovviamente continuerà, in modo eccellente, a fare la sua parte e che voglio ringraziare per la professionalità.
Conto dunque di ricevere contatti nell’immediato, dalle istituzioni, magari continuando sulla strada intrapresa con la Prefettura di valutazione non solo dell’emergenza attuale, ma della convivenza lunga e forzata che ci aspetta con questa situazione in uno scenario sanitario futuro completamente stravolto.
Conto di essere contattato dall’Asur Marche 4, per la condivisione dei percorsi, per la programmazione degli spostamenti verso l’ex distretto sanitario dei servizi affini presenti nel nosocomio cui è necessario allocarli in luogo sicuro e sempre a Sant’Elpidio a Mare; passaggio preliminare indispensabile per l’avvio di qualsiasi futuro eventuale spostamento di pazienti Covid 19.
Conto inoltre in una programmazione spedita e soprattutto condivisa con il territorio, che ci consenta di essere operativi prima possibile, per questo esorto i sindaci del Fermano a ripartire magari con il Comitato per una pianificazione di ampio respiro. Ora che abbiamo imboccato la strada giusta, dobbiamo essere ancora più rapidi, per cercare di colmare almeno in parte il tempo perduto, facendo però le scelte giuste e soprattutto in sicurezza nei confronti degli operatori sanitari, come tra l’altro esternato anche ieri dal premier Conte a riguardo della ripresa delle attività produttive”.



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