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Voto, rispetto al 2017 dimezzate liste e candidati. L’unico scoglio adesso resta il quorum

PORTO SAN GIORGIO - Vesprini vs Gramegna. Dopo l'abbandono del quarto polo e di Rocchetti, gli ex colleghi di giunta si sfideranno per il dopo Loira. Salvo sorprese le liste dovrebbero essere 10 per un numero di candidati alla carica di consigliere comunale dimezzato (160) rispetto al 2017

di Sandro Renzi

Anche Gianluigi Rocchetti con la sua Officina delle idee si chiama fuori. Qualche ora prima lo aveva fatto il quarto polo di Fermani e Cencetti. Nessuno di loro sarà della partita in questa anomala tornata elettorale dove si fronteggeranno invece Valerio Vesprini e Francesco Gramegna. «I motivi sono due -spiega Rocchetti- in primis non vogliamo essere la foglia di fico di nessuno in caso di ballottaggio. In secondo luogo prima di qualunque cosa occorre ricostruire in città il tessuto sociale». Dimentichiamoci allora gli oltre 300 candidati alla carica di consigliere comunale del 2017, ne saranno al massimo 160. Già, perché stando ai rumors e al lavoro sul campo dei partiti e dei movimenti civici, le liste dovrebbero essere 10 in totale. Sei a supporto dell’ex assessore Valerio Vesprini e 4 per l’attuale vicesindaco, Francesco Gramegna. La metà di quelle che si presentarono cinque anni fa. Un esercito di candidati, quindi, dimezzato e solo due aspiranti alla poltrona di sindaco.

Si torna, paradossalmente, ad una forma di bipolarismo elettorale dove al centrodestra unito alle civiche si contrappone il centrosinistra. Oltre al Pd ed alla lista del sindaco ci sarà quella di Christian De Luna, #Noi Psg, in cui compare anche Giacomo Fagiani. Tra i dem conferme per gli assessori uscenti Andrea Di Virgilio e Elisabetta Baldassarri oltre a Nicola Loira e Giacomo Clementi. Ci saranno pure Catia Ciabattoni e Raffaele Rizza. Articolo Uno, insieme ad altre forze della sinistra, sta lavorando alla quarta lista. Tutto pronto, o quasi, in casa Vesprini dove, come detto, le liste saranno 6. Dentro Onda Sangiorgese ci saranno Fabio Bragagnolo, Teresa Scriboni e Giuseppe Catalini. In corsa per uno scranno da consigliere anche Carlo Renoglio per la lista Per Porto San Giorgio e Andrea Susino con Giorgia Squarcia per la compagine Si può. Anche Renzo Petrozzi e Giulia Vagnozzi non mancheranno l’appuntamento con questa tornata. E non mancheranno all’appello neppure Giampiero Marcattili e Carlotta Lanciotti che hanno contribuito alla nascita della coalizione vespriniana. Tra i partiti che hanno rinunciato al simbolo per appoggiare l’ex assessore, Fi schiererà sicuramente Alessandra Petracci, la Lega Fabio Senzacqua, Fdi un gruppo di giovani tra cui il neoconsigliere Francesco Colella. In corsa pure l’ex assessore Lauro Salvatelli e l’ex segretario di FdI, Emanuele Morese. Accanto ai tradizionali “santini” fanno la loro comparsa già da alcuni giorni le story nei rispettivi profili social come strumento di propaganda elettorale.

Rispetto a cinque anni fa, salta subito agli occhi l’esigenza di tornare in strada tra i cittadini nel tentativo di spiegare programmi e obiettivi. Lo stanno facendo con i gazebo tanto Gramegna quanto Vesprini spostandosi da una parte all’altra della città. Quest’ultimo, giocando d’anticipo, ha iniziato anche una campagna di ascolto nei quartieri. Il primo si è svolto ieri sera a Santa Vittoria. «Serata bella e straordinaria -si legge sul profilo ufficiale del candidato Vesprini- si è parlato di tante tematiche che interessano la città e di un quartiere che troppo spesso è stato l’ultima ruota del carro. La partecipazione di ieri insegna che i sangiorgesi amano la loro città e vogliono fare la loro parte per la loro città, specie in questi tempi duri». Gli scogli da superare sono adesso due sul piano squisitamente tecnico. Il primo, nell’immediato, riguarda la raccolta delle firme per depositare le liste. Ci sono meno di due settimane a disposizione e per ogni lista occorre raccogliere minimo 100 firme. L’altro scoglio è rappresentato dal raggiungimento del quorum. E’ eletto sindaco al primo turno, infatti, il candidato che otterrà la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno). Qualora nessuno raggiunga questa soglia, si tornerà al voto il 26 giugno per il ballottaggio; basterà in tal caso aver conseguito il maggior numero di voti. 



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